Il Presidente della Regione Marco Marsilio in queste ore è, se non fosse per alcune fonti che annunciano uno slittamento, al tavolo con il Comitato Tecnico Scientifico per decidere il da farsi sul già annunciato passaggio dell’Abruzzo in zona “rossa”: si prospetta la chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado. La FINESI, Federazione Italiana Nidi e Scuole d’Infanzia, pare non sia stata però invitata al tavolo nonostante le numerose richieste a voler partecipare al fine di condividere l’analisi di dati reali per meglio orientare le decisioni finali.
“Le scuole non sono soltanto imprese, sono soprattutto comunità formate da bambini, genitori, nonni, personale educativo e amministrativo: il loro ruolo è fondamentale e mai come in questo momento fermarle produrrebbe conseguenze negative sul piano psicologico dei nostri fanciulli, come anche sotto il profilo organizzativo e finanziario delle famiglie”, le parole della Coordinatrice regionale Micaela De Cicco.
“E sia detto senza accuse e con grande rispetto verso il complesso lavoro dei Governi, tanto quello locale come quello centrale, chiamati al delicato compito di contemperare diverse esigenze”.
Meritocrazia Italia Abruzzo ha sentito la dott.ssa Stefania Saponara, Presidente FINESI, la quale chiede al Presidente della Regione di mantenere aperte le strutture anche laddove l’Abruzzo dovesse entrare in zona rossa. Lo fa con evidenze tecnico – scientifiche avendo esaminato i dati reali: “in tutti i nidi e scuole d’infanzia iscitti alla FINESI sono stati finora applicati con grande rigore i protocolli Covid, secondo le linee guida governative, oltre a modalità e attenzioni speciali adottate da ciascuna struttura e ciò ha fatto sì che, nei servizi 0-6, nessun caso di Covid -19 si sia verificato a partire dalla riapertura di settembre, salvo il rilievo di tre soli bambini risultati positivi e asintomatici che a loro volta non hanno contagiato nessuno”.
La normativa statale, del resto, prevede nelle zone rosse che i servizi relativi alla popolazione 0-6 anni restino attivi.
L’Abruzzo, semmai dovesse decidere per la chiusura dei servizi in parola dovrebbe avere la certezza di dati statistici regionali che contrastino quelli del Governo e dell’Istituto Superiore di Sanità. Dati, questi ultimi, continua la Presidente Saponaro: “che non pare ci siano, per la semplice ragione che è vero il contrario, ovvero l’attività dei nidi e delle scuole d’infanzia si sta svolgendo in totale sicurezza”.
Altrettanto si dica per le scuole primarie e per le secondarie di primo grado limitatamente al primo anno, salvate dal Governo nazionale ma oggetto di probabile chiusura in Abruzzo: in relazione alla prospettiva di un provvedimento trasversale, Meritocrazia Italia Abruzzo auspica un intervento che tenga conto delle diverse incidenze sulle singole province.
Emerge con chiarezza che la chiusura delle scuole non è sempre l’atto più utile a controllare i contagi, di contro, è certamente devastante in termini di sanità mentale dei bambini: l’Ospedale pediatrico Gaslini di Genova, per esempio, ha rilevato come l’isolamento a casa durante l’emergenza da nuovo coronavirus ha causato l’insorgenza di problematiche comportamentali e sintomi di regressione nel 65% di bambini sotto i 6 anni e nel 71% di quelli di età compresa tra i 6 e i 18 anni.
Meritocrazia Italia Abruzzo chiede, anche attraverso la voce autorevole di chi vive quotidianamente la scuola, di decidere con contezza di dati reali ed altresì tenendo in debita considerazione il disagio delle famiglie generato dal rientro nelle mura domestiche di bambini di età inferiore ai 14 anni e perciò necessitanti di “sorveglianza e cura”: in altri termini, della presenza obbligatoria di un genitore.
La Coordinatrice Regionale
Micaela De Cicco
Il Referente Regionale Stampa
Giuseppe Paione