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VARRASSIVarrassi aveva ragione. Vicentini poteva essere mandato a casa. La Asl di Teramo aveva tutto il diritto di interrompere il rapporto di convenzione con l’Università dell’Aquila, relativo anche al reparto di Urologia del Mazzini. Così la pensa la Procura generale presso la Corte di Cassazione che, in vista dell’udienza del 1 luglio 2014, ha chiesto alla Cassazione di annullare la sentenza del Tar con la quale Vicentini aveva ottenuto soddisfazione contro la decisione della Asl. Quella decisione, secondo il Procuratore presso la Corte di Cassazione, era sbagliata, perché la Asl non aveva assolutamente messo in discussione le capacità del professor Vicentini, né il curriculum che gli consentiva di svolgere quel lavoro da Primario, ma più semplicemente aveva deciso di interrompere un rapporto con l’Università. Insomma, se Asl e Università decidono di cambiare la convenzione, non significa che stiano svilendo Vicentini che, per questo, non avrebbe diritto ad ottenere reintegra e danni. Questo chiede il procuratore e se la Cassazione dovesse accogliere la richiesta, sarebbe una chiusura, con vittoria a posteriori, per il professor Giustino Varrassi, attaccato per il “caso Vicentini” anche nella pubblica piazza, con manifestazioni e raccolte di firme.