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Scatta il rinvio per il ritorno in classe degli studenti delle scuole superiori. Il premier Giuseppe Conte e la ministra dell'Istruzione, Lucia Azzolina, avevano promesso che gli studenti sarebbero tornati in classe (seppure al 50% e con doppi turni) giovedì. Invece la riapertura slitta a lunedì 11. E potrebbe essere rinviata ancora se i dati del monitoraggio di venerdì prossimo dovessero confermarsi allarmanti. E' questo l'epilogo del Consiglio dei ministri celebrato nella notte. Tre ore di battaglia in cui non sono mancate liti accese all'interno del governo, ormai sull'orlo della crisi.
Il capodelegazione del Pd Dario Franceschini, rilanciando la posizione del governatore del Lazio e segretario dem Nicola Zingaretti, ha chiesto di prorogare la chiusura delle Superiori «almeno al 15 gennaio».

Il fronte anti-aperturista però, contando anche i territori in forse, è ormai diventato maggioritario. È in arrivo intanto un nuovo provvedimento e poi ci sarà un altro Dpcm il 16 gennaio.

Scrive oggi Il Messaggero:

Nel periodo 31 agosto - 27 dicembre 2020 sono stati rilevati 3.173 focolai in ambito scolastico, pari al 2% del totale di quelli segnalati a livello nazionale. Lo studio, si tratta di un rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità, mette a fuoco l'andamento epidemiologico nazionale e regionale dei casi di Covid-19 in età scolare, dai 3 ai 18 anni. Il lavoro degli specialisti dell'Iss non fugherebbe i dubbi sull'opportunità di riaprire le scuole il 7 gennaio. La percentuale, per molti, sarebbe solo apparentemente bassa.
Innanzitutto il periodo preso in considerazione appare ampio (31 agosto-27 dicembre), gli istituti hanno aperto i cancelli a metà settembre. Inoltre, leggendo i dati più a fondo, si scopre che la maggior parte dei casi, il 40%, si è verificata tra gli studenti di età compresa tra 14 e 18 anni. Ebbene si tratta dei ragazzi delle superiori che da metà novembre hanno potuto contare sulla didattica a distanza. Cosa sarebbe accaduto se non fosse stata applicata questa politica? E a conferma della bontà della scelta adottata vi è il picco di contagi: per questa fascia di età è stato toccato poco prima della Dad a novembre.
Percentuali più basse si registrano per le altre fasce d'età. Quindi dopo il 40% degli alunni delle superiori tocca agli studenti delle scuole primarie di 6-10 anni (27%), i ragazzi delle medie di 11-13 anni (23%) e i piccoli delle scuole per l'infanzia di 3-5 anni (10%).

Mancano le condizioni per la riapertura delle scuole il 7 gennaio: è il verdetto del sondaggio che ha condotto la rivista specializzata Orizzonte Scuola. Alla rilevazione hanno partecipato un totale di 15.433 utenti che sono intervenuti per esprimere la loro opinione sul ritorno a scuola, il 7 gennaio.