L'Abruzzo stamattina è in fascia arancione e sarà un nuovo passo indietro dopo che a inizio mese sembrava configurarsi quella che alcuni avevano definito «una permanenza duratura» in zona gialla. La rabbia è di chi, per l'ennesima volta, sarà costretto nuovamente ad abbassare le serrande, scrive Il Messaggero. Sono i bar, i ristoranti, i centri commerciali, vittime sacrificali e ormai quasi convenzionali della mannaia governativa. Il livello della tensione sta crescendo pericolosamente: le categorie annunciano il ricorso al Tar contro l'ultimo Dpcm che, ad esempio per i bar, vieta l'asporto dalle 18. Così come si moltiplicano le iniziative singole di chi è intenzionato, lunedì, ad aprire ugualmente l'attività, nonostante i divieti, in segno di protesta.
Anche in fascia arancione, gli istituti superiori in Abruzzo restano in didattica a distanza al 50%. Nel nuovo decreto, firmato dal Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, è previsto che «le scuole secondarie di secondo grado adottino forme flessibili nell'organizzazione didattica in modo che, a partire dal 18 gennaio 2021 (domani), almeno al 50% e fino ad un massimo del 75% della popolazione studentesca sia garantita l'attività didattica in presenza, fatte salve le diverse disposizioni individuate dalle singole regioni».La Regione Abruzzo non ha ritenuto di dover adottare misure più restrittive di quelle indicate dal Governo.