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MARINIMORTONon è esagerato, definire Franco Marini una pietra miliare della politica italiana della Repubblica italiana. Nato nell’Abruzzo delle aree interne, in quella San Pio delle Camere che guarda le montagne e contempla silenziosa il fiorire dello zafferano, Franco Marini ha fatto dell’impegno pubblico una sua ragione di vita. Figura storica del sindacalismo italiano di area cattolica, ha legato il suo nome ad alcune tra le più importanti battaglie dei lavoratori italiani, impegnandosi nella costruzione di una diversa idea di lavoro nel nostro Paese.
Abruzzese vero, non dimenticò mai la sua terra, anzi: seppe sempre ritagliarsi momenti da dedicare alla sua regione, facendosi padre nobile del partito democratico.
A inizio gennaio era risultato positivo al coronavirus e ricoverato all'ospedale San Camillo de Lellis di Rieti. La notizia della scomparsa è stata data con un tweet da un altro esponente di lungo corso dei Popolari, Pierluigi Castagnetti che ha ricordato l'amico come "uomo integro, forte e fedele a un grande ideale: la libertà come presupposto della democrazia e della giustizia. Quella vera".
E’ stato ministro, sindacalista, segretario del Partito Popolare italiano prima di diventare Presidente del Senato. Nel 2013, prima della rielezione di Giorgio Napolitano al Quirinale, era stato il candidato del Pd di Bersani e di Forza Italia alla presidenza della Repubblica, senza riuscire ad essere eletto.