Cosa si nasconde dietro la scellerata scelta della Regione Abruzzo di 'raccomandare' alle proprie ASL di organizzare i servizi pubblici coinvolti nell'interruzione farmacologica di gravidanza con l’utilizzo della pillola RU 486, indicando come scelta strategica quella dell'ambito ospedaliero e non più dei Consultori?! Ci permettiamo di pensare perfino ad una provocazione, leggendo che l’assessora Verì lo definisce addirittura un provvedimento a favore delle donne!
Sta forse deliberatamente ignorando l’aggiornamento delle linee di indirizzo del Ministero della Salute del 13 agosto 2020 che, col parere favorevole del CSS e la delibera dell’Aifa, ha rimosso le limitazioni all’impiego della pillola abortiva?
Stanno forse deliberatamente ignorando che ciò che fu stabilito nel 1975 - con l'istituzione dei Consultori, le loro funzioni e scopo, le figure professionali e le articolazioni territoriali - è stato progressivamente distrutto dalla disattenzione dei piani sanitari e strategie aziendali riguardo alla medicina e ai servizi del territorio, Consultori compresi? Proprio a queste strutture, ridotte ai minimi termini, depauperate dalle pretese razionalizzazioni spesso irrazionali, di risorse umane, strutturali, professionali e tecnologiche, si vorrebbe praticamente attribuire la responsabilità dell'essere arrivati a questo punto e sottrarre loro un compito così delicato sul territorio?
Come pensano di risolvere il problema dell’alto numero di medici obiettori presenti nelle strutture ospedaliere pubbliche?
Consulta pari opportunità Comune di Teramo