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Makkiatokiuso
A mente fredda la rabbia lascia spazio a una profonda amarezza. Se ieri, quando ci è stato notificato il provvedimento di chiusura temporanea, perché c’erano “17 persone” che consumavano bevande e cibo d’asporto regolarmente acquistato nel rispetto delle regole anticovid, sul suolo pubblico vicino al nostro bar, in uno spazio ampio, all’aperto, e in cui noi non abbiamo qualsiasi potere o giurisdizione, eravamo fortemente arrabbiati, pensando all’ennesima ingiustizia che stavamo subendo, oggi grazie anche alle tante attestazioni di solidarietà di colleghi, clienti o semplici cittadini, ripensiamo al tutto con un senso di impotenza e amarezza.
Non troviamo una logica, non vediamo prospettive. I provvedimenti a sostegno sono ridicoli e illogici. Basta pensare che il nostro Makkiato 2, per gli ultimi due decreti ristori non ha avuto e non avrà diritto a nessun ristoro. Un’impresa fatta con tanti sacrifici e impegni economici partita a dicembre 2019, e rimasta aperta in 16 mesi appena 4 mesi, non ha diritto a ristori.
In tutto questo l’applicazione delle regole anti covid sta divenendo sempre più incomprensibile. Il più grande problema sembrano essere bar e ristoranti, che pure sono quelli che hanno fatto i maggiori sacrifici e investimenti per essere in regola e proteggere la salute dei propri clienti. Abbiamo subito limitazioni enormi e ci siamo adeguati rinunciando in pratica a lavorare per contribuire alla salute collettiva. Eppure siamo sempre noi a essere costantemente controllati, multati, chiusi. Dovremmo avere anche il ruolo di polizia urbana e allontanare - con quale potere non si sa - coloro che dopo aver acquistato si fermano sulla strada o sui marciapiedi, spesso anche a oltre dieci metri dai nostri locali. Le stesse attenzioni, gli stessi controlli non sembrano valere per altre attività. Un caso su tutti: i supermercati, la grande distribuzione, che da questa pandemia sembra aver avuto solo vantaggi e nessun disagio.
Ma i casi sono tanti.
Questo sembra ingenerare confusione anche in chi deve far rispettare le regole e che si trova a controllare sempre e solo bar e ristoranti, come se il covid stazionasse davanti a questi locali e non altrove.
Chiediamo giustizia e regole più chiare che mettano tutti in condizione di poterle rispettare.
Lo ripeto: siamo in ginocchio, ma almeno non ci calpestate e non calpestate la nostra dignità, il nostro lavoro e il servizio che offriamo.

Sergio Bruno

- Makkiato-