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«E' una giornata importante per la nostra città anche se si è svolta in forma ridotta. Quest'anno, poi, assume un significato diverso proprio per il difficile momento che viviamo. Dobbiamo rimuovere le divisioni e sentirci comunità e poi ricordiamo - ha detto il Sindaco Gianguido D'Alberto-  il ruolo importante delle donne, delle Paciere ( (Ernestina Barone, Loredana Di Giampaolo, Alessia Marcozzi e Caterina Provvisiero, rappresentanti dei quattro quartieri storici, San Giorgio, Santa Maria a Bitetto, San Leonardo e Santo Spirito) che all'epoca governavano. Le donne costituiscono un punto di riferimento importante per la nostra comunità non solo da un punto di vista familiare ma anche istituzionale».

«E' un segno di resilenza per la nostra città. In due anni non abbiamo potuto festeggiare un evento cosi importante. Per 300 anni le Paciere hanno governato Teramo. Un messaggio che potrebbe essere di volano per la pace e sarebbe bene invitare, se avessimo i fondi anche  un Nobel per la Pace», ha detto il patron Piero Chiarini mentre entrava in Duomo con il piccolo corteo accolti dal Vescovo.

La Festa della Pace, riscoperta dall’associazione culturale Teramo Nostra e riproposta a partire dal 1993, affonda le radici nell’antichità. Nel lontano marzo 1559 le nobildonne teramane vollero la pace dopo un lungo periodo di guerre intestine in città; da li venne istituita la ricorrenza da celebrarsi ogni anno nella Domenica in Albis e nacque il solenne impegno di mantenerla viva nei secoli a venire.

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