«La nostra porta è sempre aperta, i nostri dipendenti sanno che, per qualsiasi problema, possono venire a parlare con noi…». Angelo Facciolini e Vincenzo Gabella (nella foto) non vogliono rispondere polemicamente al dipendente che ha scritto, ieri, una lettera a certastampa nella quale lamentava problemi nel pagamento degli stipendi, ma al contrario vogliono cogliere l’occasione per ribadire un concetto fondamentale: «Noi ci siamo, sempre, e facciamo di tutto per garantire ai dipendenti i loro stipendi, anche in un anno difficile come questo». Già, difficile davvero: a causa della pandemia, il fatturato della Pap è sceso del 30% e, come se non bastasse, gli enti pagano con grande ritardo: «A parte la Asl, che riesce a garantire regolarità nei pagamenti, con gli altri enti abbiamo accumulato crediti per oltre 2,4 milioni di euro, una somma molto importante per un’azienda come la nostra, ma questo non significa mettere in difficoltà i dipendenti, anzi: cerchiamo di essere sempre presenti, anche ascoltando i loro problemi personali». Alla Casa di Riposo, poi, la situazione ha raggiunto una sorta di “certificazione” sindacale, visto che è stata avviata una procedura di raffreddamento che prevede il pagamento delle mensilità con scadenze fisse, e la Pap sta onorando l’accordo. «Noi comprendiamo quanto questo momento sia difficile per tutti - spiegano Facciolini e Gabella - ma vogliamo che i nostri dipendenti sappiano che stiamo lavorando per riportare l'azienda nella piena efficenza e che, quando c’è qualche preoccupazione, non c’è bisogno di farne un caso pubblico, ma basta venire a parlare con noi, perché la nostra porta è sempre aperta..»