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MAURIZIONERILa sfida era di quelle impossibili. Trovare il giusto abbinamento tra il vino e l’arrosticino. A lanciarla, una delle più importanti testate di settore, il Gambero Rosso, in uno speciale, pubblicato proprio nel numero di maggio, dedicato al “cibo della transumanza”. “Potete chiamarli arrosticini (ma mai spiedini!) e se volete sentirvi abruzzesi veri per un giorno, allora imparate le parole dialettali rustell’, rustelle, arrustelle: sono le più comuni lungo le diverse province con cui si fa riferimento all’espressione culinaria della pastorizia stanziale e transumante - scrive l’autore del servizio Giovanni Angelucci nell’articolo - Il ruolo della pecora è sempre stato protagonista nel sostentamento alimentare quotidiano dei pastori e delle classi meno abbienti; dunque centrale seppur non così illustre. Oggi, invece, gli arrosticini sono molto diffusi e apprezzati, e non hanno più classi sociali di riferimento, ma anzi costituiscono una delle più sincere espressioni di convivialità per chi li consuma insieme”. Il Gambero Rosso, come si diceva, è andato oltre e agli arrosticini ha voluto abbinare i consigli di dieci giovani sommelier abruzzesi: Maurizio Neri di Zunica1880, Mariachiara Guastadisegni di Tamo, Gianni Sinesi del Reale, Alessio Spadone de La Bandiera, Pascal Tinari di Villa Maiella, Valentina Centofanti de L’Angolo d’Abruzzo, Gabriella Cercone della Taverna de li Caldora, Filippo de Sanctis di Essenza di Mare, Barba Di Geronimo de La Corniola e Mirko Di Muzio del D.One. Insomma, il meglio del meglio dell’altissima ristorazione abruzzese. Con… classifica, che ha visto al primo posto, per il miglior abbinamenti arrosticino/vino Maurizio Neri, sommelier di Zunica1880, che ha proposto di bagnargli arrosticini con un Cerasuolo Superiore De Angelis Corvi - Controguerra. Patron Daniele Zunica commenta: «Sono felicissimo, è per me una grande soddisfazione, ma anche un premio alla preparazione del nostro Maurizio, che si è imposto in una ideale sfida con i colleghi dei più importanti ristoranti d’Abruzzo… davvero una bella cosa».