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Abbiamo appreso, con sorpresa e disappunto, della sospensione dei lavori di tinteggiatura della Pinacoteca Civica di Teramo. Così come eravamo rimasti favorevolmente colpiti nel vedere la nostra bellissima palazzina Liberty oggetto di manutenzione, cosa che non si vedeva da tempo. Le due facciate erano ridotte assai male, e il Comune – cogliendo l’occasione di lavori al tetto non più procrastinabili – ha pensato bene di procedere alla tinteggiatura, sfruttando (e quindi risparmiando denari pubblici) i ponteggi già posizionati dalla ditta incaricata. L’Amministrazione ha utilizzato una tinta pressoché identica all’originale, avviando lavori che stavano dando nuova luce e decoro alla palazzina sede della Pinacoteca.

Questa solerzia ha innescato il” gravissimo errore”, punito dalla Soprintendenza con la sospensione dei lavori e con una lettera di diffida al Comune, sembrerebbe peraltro inoltrata alla Procura della Repubblica e ai Carabinieri. La facciata su viale Bovio – inoltre - è rimasta tinteggiata per un quarto, regalando uno spettacolo osceno ai teramani e a chi si trova a visitare Teramo.

Il Comune è colpevole di non aver chiesto alla Soprintendenza il permesso di procedere a quella che sembrerebbe, peraltro, una manutenzione ordinaria. Quindi la stessa ha fatto smontare i ponteggi, sospeso i lavori, e ora partirà – chissà quando – una procedura fatta di sopralluoghi, affidamento dei lavori, progetti da approvare. Tutto questo per l’omissione di una richiesta di autorizzazione per lavori di tinteggiatura.

A questo punto sorgono alcuni leciti interrogativi:

Questa grande solerzia ed efficienza della Soprintendenza nel venire a Teramo e intervenire in maniera così radicale, dove stava quando ha espresso parere positivo alla costruzione di quell’obbrobrio di vetro e metallo che di fatto ostruisce la visuale dell’ingresso principale della Pinacoteca?

Dov’era la grande attenzione della Soprintendenza quando ha concesso la sua approvazione ad opere discutibili come l’Ipogeo, la struttura di largo San Matteo e le vetrate del Chiostro di San Domenico, che di fatto lo rendono inutilizzabile per i concerti?

Dov’è la Soprintendenza che – di fatto – permette che la piccola statua posta nella facciata del Duomo sia ancora avvolta dal nastro adesivo?

Dov’è la Soprintendenza che – di fatto – permette che ci sia un’edicola poggiata sulla parete di una Chiesa (Sant’Antonio) del 1227?

Teramo è una città storica di grande importanza, per la cui cura sarebbe auspicabile un interesse reale da parte della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Un interesse fatto di incontri col Sindaco e con l’Amministrazione tutta, per mettere a punto una politica di interventi mirati alla tutela e alla conservazione dei suoi beni culturali e archeologici. La vigilanza sul

patrimonio artistico di una città si mette in atto con la collaborazione e la presenza fisica sul territorio, e non con azioni punitive orchestrate da un ufficio. Questo ci si aspetterebbe da un organismo nato appositamente col fine di operare in armonia con gli Enti preposti ad amministrare un territorio.

Teramo non ha bisogno di prove di forza senza senso, che puniscono l’opera fattiva dell’Amministrazione e privano i cittadini di una manutenzione messa in atto con dovizia e attenzione. Crediamo sia giusto che i cittadini siano messi a conoscenza di queste assurde procedure, e che coloro che si occupano di arte e cultura nella città di Teramo siano i primi a prendere una posizione netta e decisa su una questione che da troppo tempo affligge la nostra città.

Silvio Araclio – regista
Marco Chiarini – regista
Silvestro Cutuli - pittore
Carmine Di Giandomenico – disegnatore Paolo Di Sabatino – musicista Gianfranco Lupidii - musicista

Claudia Morelli - musicista
Giacinto Palmarini – attore
Renato Pilogallo – direttore artistico

Elso Simone Serpentini - scrittore  

Christian Simonella - libraio