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Sono stati assegnati a Ivan Di Antonio e a Diego Vescovi rispettivamente il Premio “Guido Horn D’Arturo”, per la migliore tesi di dottorato in area scientifica-tecnologica applicata all’Astronomia, Astrofisica e Scienza dello Spazio, e la Menzione D'Onore della Società Astronomica Italiana (SAIt) nell'ambito del "Premio Tacchini 2021" per la migliore tesi di dottorato di argomento astrofisico.

Ivan di Antonio, ingegnere attualmente assegnista di ricerca presso l’Osservatorio Astronomico d’Abruzzo, si è aggiudicato la terza edizione del premio dedicato a Guido Horn D’Arturo, l’astronomo triestino che agli inizi degli anni ’30 fu pioniere della rivoluzionaria tecnologia degli specchi cosiddetti “segmentati”, che caratterizza i più grandi telescopi attuali. La commissione giudicatrice del premio, istituito dalla Società Astronomica Italiana (SAIt) in sinergia con la EIE GROUP, lo ha premiato per la sua tesi di dottorato dal titolo “Optomechanical design and analysis of a Calibration Unit for the ELT Multi-Conjugate Adaptive Optics system (MAORY)”, svolta presso l’Osservatorio d'Abruzzo e l’Università di Roma Tor Vergata. Nel suo lavoro di ricerca si è occupato della progettazione opto-meccanica dell’unità di calibrazione di MAORY, lo strumento di prima luce sviluppato da un consorzio internazionale guidato da un team di scienziati dell’INAF che verrà istallato sullo Extreme Large Telescope (ELT) dell’ESO, il consorzio di Stati europei per la ricerca astronomica. Attualmente in costruzione sulle Ande cilene, a circa 3000 metri di altitudine sul Cerro Armazones, ELT avrà uno specchio di ben 39 metri di diametro e sarà il più grande telescopio ottico-infrarosso del mondo. La progettazione della complessa unità di calibrazione con elevatissime prestazioni ottiche e molteplici vincoli opto-meccanici ha impegnato Ivan Di Antonio nello sviluppo di metodi ingegneristici originali ed innovativi avanzati e multidisciplinari, come l’analisi termoelastica e della luce diffusa e il calcolo delle tolleranze opto-meccaniche. Le soluzioni proposte in risposta a quella che è un’autentica "sfida tecnologica” di alto livello, hanno mostrato la loro validità ed efficacia.

Diego Vescovi, fisico ora ricercatore post-doc alla Goethe Universitat di Francoforte, ha ottenuto la Menzione d’Onore nell’ambito del Premio intitolato a Pietro Tacchini, conferito dalla SAIt fin dal 2005, anno del centenario della scomparsa dell’astronomo modenese che, negli anni nei quali si realizzava l’Unità d’Italia, fu tra i fondatori della Società degli Spettroscopisti Italiani (che successivamente sarebbe divenuta SAIt) e notevole studioso del Sole. Diego Vescovi ha svolto il suo dottorato presso il Gran Sasso Science Institute e l’Osservatorio Astronomico d’Abruzzo. La sua tesi di dottorato, dal titolo “Nucleosynthesis of light and heavy elements across the Galaxy”, è dedicata ad approfondire diversi aspetti dell’astrofisica teorica moderna, coprendo un ampio spettro di problematiche ancora aperte, che vanno dallo studio dell’efficienza delle reazioni nucleari nelle stelle, alla determinazione del flusso di neutrini emesso dal Sole secondo il modello solare standard, all'abbondanza degli elementi pesanti nel Sole, alle anomalie isotopiche nei solidi primigeni del sistema solare. Diego Vescovi ha analizzato gli effetti dei campi magnetici sull’evoluzione delle stelle in fase di ramo asintotico e sulla produzione degli elementi chimici per cattura neutronica, nei cosiddetti processi "slow" e "rapid".

Entrambi i ricercatori sono stati premiati durante l’Assemblea Generale della SAIt che si è tenuta ieri, 15 giugno. Un prestigioso riconoscimento per i due giovani scienziati ed il migliore auspicio per una brillante carriera.