Il Galata Museo del Mare di Genova partecipa al progetto internazionale Marlisco Art Contest
Dopo un contest internazionale che ha coinvolto oltre 50 artisti, che hanno realizzato le loro opere utilizzando rifiuti marini, i vincitori del Progetto MARLISCO esporranno al Galata Museo del Mare di Genova dal 6 al 26 giugno.
Oltre alle tre opere vincitrici del concorso – proclamati lo scorso 4 aprile a Teramo nel corso di una manifestazione condotta dalla giornalista Tessa Gelisio – al Galata troverà posto “Exhibition" un allestimento creativo realizzato dall’Agenzia Mind in Action nell’ambito del progetto europeo: costituisce un ideale percorso formativo sul tema che ha ispirato l’azione comunitaria: i rifiuti marini.
Meglio noti con la denominazione inglese “marine litter” i rifiuti marini sono sostanzialmente composti da un’ampia varietà di oggetti, la maggior parte dei quali però rientra in poche categorie di materiali quali il vetro, i metalli, la carta e la plastica. La definizione accettata a livello internazionale di rifiuto marino è la seguente: qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato, gettato o abbandonato nell’ambiente marino e costiero.
La letteratura scientifica internazionale individua unanimemente la plastica come principale categoria di materiale che costituisce il marine litter, rappresentando tipicamente circa il 75% di tutti gli oggetti individuati. Analogamente, le plastiche rappresentano comunemente l’80% del rifiuto solido ritrovato nello stomaco degli organismi marini o del materiale in cui essi rimangono impigliati. Un tipico esempio è il caso delle tartarughe marine che rimangono impigliate, e quindi muoiono per soffocamento, nelle cosiddette reti fantasma (costituite di nylon), perse dai pescatori o abbandonate illegalmente perché ormai usurate.
Marlisco, fra le numerose azioni di sensibilizzazione compiute, ha individuato nell’arte del riciclaggio uno delle strade da percorrere e promuovere per la riduzione di un fenomeno tanto negativo sul quale molto influiscono i singoli comportamenti umani.
Le opere che andranno a Genova sono le seguenti:
1. Finalmente Libero - Dario Di Franco
Sacchetti di plastica pieni d’acqua marina che dopo 2 mesi biodegradandosi rilasciano l’acqua contenuta, quasi a significare metaforicamente, la plastica che lascia libero, finalmente libero il mare. Un’opera dal messaggio comunicativo particolarmente forte.
2. An Undesirable Archive - Steve McPherson
Un collage tristemente vario che propone una galleria di rifiuti trovati dall’artista sulle coste inglesi. Un impattante e crudo ritratto dell’enorme quantità di rifiuti che affligge il mare.
3. Suonatori - Sergio Scarcelli
Tubi in PVC raccolti dall’artista sulla spiaggia, a simulare i suonatori di dolore di un mare dimenticato e affogato nel suo stesso inquinamento. Un’opera che con creatività ed efficacia esprime il senso di note senza suoni per un mondo che non vuole ascoltare.
I rifiuti marini (meglio noti con il termine inglese di marine litter) sono sostanzialmente composti da un’ampia varietà di oggetti, la maggior parte dei quali però rientra in poche categorie di materiali quali il vetro, i metalli, la carta e la plastica. La definizione accettata a livello internazionale di rifiuto marino è la seguente: qualsiasi materiale solido persistente, fabbricato o trasformato, gettato o abbandonato nell’ambiente marino e costiero.
Tutte le opere del MARLISCO Art Contest sono visionabili sul sito: www.marliscoexhibtion.it
La letteratura scientifica internazionale individua unanimemente la plastica come principale categoria di materiale che costituisce il marine litter, rappresentando tipicamente circa il 75% di tutti gli oggetti individuati. Analogamente, le plastiche rappresentano comunemente l’80% del rifiuto solido ritrovato nello stomaco degli organismi marini o del materiale in cui essi rimangono impigliati. Un tipico esempio è il caso delle tartarughe marine che rimangono impigliate, e quindi muoiono per soffocamento, nelle cosiddette reti fantasma (costituite di nylon), perse dai pescatori o abbandonate illegalmente perché ormai usurate.
Il problema dei rifiuti in mare, come sottolinea l’assessore all’Ambiente, Francesco Marconi “è ampiamente sottovalutato e soprattutto non sono stati ancora individuati sistemi economicamente e ambientalmente sostenibili per ripulire il mare. Compito di questo progetto è proprio quello di mettere in rete le buone pratiche e di aumentare le azioni di sensibilizzazione nei confronti della popolazione per ridurre le proporzioni di un fenomeno che crea problemi, spesso letali, alla flora e alla fauna ittica; enormi problemi al turismo e costi insostenibili alle casse pubbliche”.
Il Galata Museo del Mare, curato dal Mu.MA e gestito da Costa Edutainment, è il più grande museo marittimo del Mediterraneo, 28 sale distribuite su 4 livelli, dove “salire a bordo” e scoprire la storia della navigazione secondo un percorso che segue quattro età della marineria: l’età del remo, vissuta sulle galee e nell’antico arsenale, l’età della vela, dominata dai vascelli e dai successivi clipper, l’età del vapore, che segna la nascita e affermazione dei piroscafi e l’età delle grandi migrazioni italiane in transatlantico e l’odierno fenomeno migratorio su imbarcazioni di fortuna. Il “visit-attore” può salire a bordo di una scialuppa di salvataggio per rivivere l’esperienza di un naufragio a Capo Horn; della galea, per esplorarne l’interno e scoprire la vita di schiavi, forzati e buonavoglia; sperimentare in prima persona la vita a bordo del sommergibile Nazario Sauro; proseguire l’esperienza di viaggio con la grande traversata oceanica dei migranti italiani negli Stati Uniti, Brasile ed Argentina e degli immigrati di oggi in Italia.
Pe informazioni sul Galata Museo del Mare www.galatamuseodelmare.it