Le lauree non sono tutte uguali. Fanno tutte piacere, certo, ma non sono tutte uguali. Sono tutte il momento conclusivo di un percorso di impegno e di studio, ma non sono tutte uguali. Sono tutte l’epilogo felice di uno spicchio di vita, ma non sono tutte uguali.
Perché alcune, sono speciali.
Quella alla quale dedichiamo queste righe, è speciale per molti motivi.
E’ speciale per la laureata, tanto per cominciare, Maria Paola De Maggi, moglie e madre, che ha saputo trovare la forza di ritagliarsi il tempo dello studio, per laurearsi in Scienze della Comunicazione, corso di laurea in Disciplina delle Arti, della Musica e dello Spettacolo.
E’ speciale per il voto, centodieci e lode.
E’ speciale, per la tesi: “La presentosa: un simbolo dell’identità abruzzese”, declinato nella forma di una “Analisi, verifica e proposta per una candidatura dell' arte orafa abruzzese a Patrimonio Immateriale dell’Umanità".
Ed ecco che, all’improvviso, l’essere “speciale” di questa laurea diventa straordinario. Perché straordinario è il proporre la tradizione antica del cesello orafo abruzzese quale patrimonio non più nostro, non più limitato al confine geografico e culturale della nostra regione, ma offerta al riconoscimento mondiale, consegnata alla sublimazione universale.
Straordinaria, la proposta, non solo per quello che potrebbe implicare in termini di valore assoluto, ma perché offre al Mondo molto più di una artigianalità, svelando i dettagli di una storia intima, tutta nostra, fatta di delicatezza e di attenzione, di significati profondi, del tratteggio umano delle mille e mille vite, che i nostri gioielli hanno accompagnato nei secoli. Gioielli tra i quali la “Presentosa” rappresenta una straordinarietà nello straordinario, perché è simbolo di appartenenza, sigillo aureo di riconoscibilità. L’idea proposta da Maria Paola De Maggi, quella di candidare la presentosa e l’arte orafa a patrimonio dell’Umanità è un coraggioso atto d’amore verso la nostra terra, e ben ha fatto la professoressa Raffaella Morselli, titolare della cattedra di Storia e teoria del Museo, a seguire da relatrice la costruzione della tesi, perché questo è un obiettivo perseguibile con la doverosa collaborazione delle Istituzioni e la stessa Morselli, vera autorità nel mondo dell’arte italiana, può farsene portatrice, così come dovrebbe fare tutta la politica regionale.
In uno straordinario afflato collettivo.
Straordinario, appunto.
E speciale.
Come questa tesi.
Che onora non solo la neo dottoressa e la sua famiglia (i figli Lino e Flavia e il marito Giovanni Mattucci) ma anche tutti noi.