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374807817_295x166 La spettacolarizzata richiesta avanzata dal P.M. (dott. Cinzia Piccioni) di pena dell'ergastolo con isolamento diurno equivarrebbe ad una condanna a "MORTE PER PENA", considerate le precarie condizioni di salute dell'accusata.Lo scrive in una nota l'avvocato Vincenzo Di Nanna difensore di Katia Reginella. Un'affermazione che il difensore basa sulla lettura del diario clinico penitenziario in cui è certificato (5 agosto 2011) che  la detenuta Reginella Katia, stante le precarie condizioni psichiche attuali, non è in grado di sopportare il regime di esclusione dalle attività in comune per la durata di giorni quindici (sanzione disciplinare comminata dalla direzione del carcere a seguito del danneggiamento dei mobili della cella) come disposto dal consiglio di disciplina effettuato in data odierna. Il difensore (Vincenzo di Nanna) si domanda: come potrebbe mai esser eseguita la pena dell'isolamento diurno per tre mesi se le condizioni di salute dell'accusata non le hanno consentito neppure di sopportare l'"esclusione dalle attività in comune" per 15 giorni? La spettacolarizzata richiesta di pena equivale dunque ad una condanna a "morte per pena"? Il difensore (vd. link allegato) paragona la grottesca vicenda processuale di Katia Reginella a quella di JAMES CAMPBELL, condannato a morte da un Tribunale del Texas, la cui esecuzione è stata tuttavia sospesa (13 maggio 2014)  "in extremis" a seguito dell'accertamento del ritardo mentale da cui è affetto. Definisce, infine, il processo un "grottesco esperimento con una cavia umana".