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Oltre 20 giorni per conoscere la composizione del nuovo Consiglio Regionale d’Abruzzo e della Giunta, è un dato emblematico per sentirsi in dovere di riflettere sulla necessità urgente di rendere da subito più agili anche i meccanismi elettorali almeno per il futuro. Personalmente, su questo, resto da un lato fautore del voto elettronico (si risparmia, non si bloccano uffici, personale e scuole, aumenta l'affluenza e i risultati sono immediati) e dall’altro convinto sostenitore del collegio unico regionale (è ancora depositata nella relativa commissione un mio progetto di legge sul tema). Ora però tutti di nuovo al lavoro, ciascuno per le proprie competenze, capacità e nel rispetto dei ruoli di maggioranza e opposizione, così come hanno deciso gli elettori. Sono sicuro che Forza Italia e il centrodestra (che per inciso, dovranno trarre lezione dall’esito del voto per ridefinire la propria azione politica e gestionale) in generale sapranno dare in questo senso il proprio apporto in termini di proposte e di controllo, così come spero che la nuova maggioranza saprà tenere conto di tutto quanto di positivo è stato sin qui realizzato in termini di riforme e di risanamento economico e sociale. Personalmente faccio credito di fiducia al Presidente D’Alfonso che ha posto l’accento su un concetto che ho sempre condiviso: la ricchezza dell’Abruzzo consiste nella specificità delle sue singole comunità, ma la crescita della regione passa attraverso la visione di una sorta di patriottismo regionale; solo considerando l’Abruzzo come entità unica, la nostra regione può continuare a svilupparsi e ad avere maggior forza nei confronti delle realtà e delle istituzioni confinanti, nazionali e comunitarie. Da questa breve considerazione traggo lo spunto, pertanto, per una riflessione che sottopongo pubblicamente. La politica è attività nobile se persegue l’interesse pubblico, nel rispetto delle regole e dei rispettivi ruoli di governo e opposizione. Sapremo quindi riconoscere le cose buone che il nuovo governo regionale riuscirà a fare e sapremo altrettanto rigorosamente contrastare quanto di sbagliato dovesse essere compiuto. Ma proprio perché l’obiettivo comune resta quello dello sviluppo ulteriore dell’Abruzzo, mi piacerebbe che si cominciasse a pensare anche alla creazione di una struttura indipendente - formata da esperti e dalle migliori intelligenze regionali sia pure fra loro eterogenee per formazione, esperienza professionale e convinzioni politiche, sul modello della Commissione Attali creata da Sarkozy nel 2007 -  che abbia il compito di proporre grandi progetti di riforma, azioni e strumenti legislativi utili a rimuovere gli ostacoli che ancora oggi rischiano di frenare la crescita dell’Abruzzo. Insomma : a ciascuno il suo, ma il bene dell’Abruzzo prima di tutto.