La provincia non sarà più un vizio, probabilmente
«"Se la vedete, dite a Ginetta… / ca je l’taliane ‘nnu sacce parlà. / Nen me ci-artrove, me ‘ngiàmbe, me score, / se tingh’a dice ‘na cose de core."
ALFONSO SARDELLA (1937-2010)
Non a caso comincio citando questi splendidi versi teramani del Maestro della teramanità, il nostro più grande poeta, versi che sono della lirica "Ginetta mi'", che Sardella dedicò alla sorella che lo rimproverava del suo insistito dialetto, parlato e scritto, nonostante i sacrifici fatti dalla madre Maria per farli studiare, per dare loro una istruzione che li affrancasse dalla povertà; poesia che denuncia la superiorità dell'espressione dialettale rispetto a quella in lingua, ufficiale, artificiale, e per questo sempre invisa al potere, perché il linguaggio è la prima forma di autodifesa dell'uomo, nei gesti e nel suono delle parole.
Non è a caso perché è "de core" che desiderano ringraziare:
il Direttore Antonio D'Amore, che, con sensibilità, subito ha raccolto la mia denuncia di ieri sul sito di informazione certastampa.it;
il consigliere di minoranza Franco Fracassa, che si è reso immediatamente disponibile ad adottare la richiesta di intitolazione annunciata ieri al fine di velocizzare la pratica burocratica, istanza che porterà anche in consiglio comunale e già sottoscritta e trasmessa dallo stesso via PEC oggi alle 11:32;
Il Presidente del Consiglio Comunale Alberto Melarangelo, che nella serata di ieri si è detto già pronto ad accogliere la questione nella assemblea civica e di adoperarsi, nel pieno del suo ruolo istituzionale, per facilitare i procedimenti previsti per l'intitolazione.
Nella richiesta depositata oggi a firma del consigliere Franco Fracassa - preziosissimo il suo intervento in questa fase -, si suggerisce anche il luogo della eventuale intitolazione ad Alfonso Sardella, Poeta, Cantore della Teramanità, che è l'attuale Piazzetta del Sole, luogo caro al poeta e ritratto in più occasioni dei suoi acquerelli, anche nella speranza di fare da volano a una opera di riqualificazione dell'intera zona, come dei bassi che, credo, abbiano una forte potenzialità se recuperati e donati alla città nel nome dell'arte, quindi agli artisti teramani.
Insomma alla politica teramana si offre oggi l'occasione di fregiarsi di un titolo di altissimo valore culturale, civile e politico, vale a dire di rendersi protagonista a difesa della memoria di un poeta, creatore dell'arte più negletta ma anche quella più vicina all'uomo.
Perché non si può partire per un lungo viaggio che dalla propria casa, e da "i fiori pastosi del dialetto", ci insegna un verso del grande poeta nordirlandese, Nobel 1995, Seamus Heaney (1939-2013)» Massimo Ridolfi
Ph.: "Tutte li puesìje", a cura di Elso Simone Serpentini, Artemia, Mosciano Sant'Angelo (TE), 2012, dove troviamo un acquerello di Alfonso Sardella che ritrae uno scorcio di Piazzetta del Sole
MASSIMO RIDOLFI