Un "Paese Ritratto"
il racconto nella stampa d'arte di Fausto Roncone
Sono sempre gli artisti che salvano storie e luoghi, perché ènell'Arte che si conserva la vera memoria storica di un popolo.
Ed è il vero che è custodito in ogni opera quello che ha valore estetico etico e morale: in una parola, Politico, tutti ingredienti di un autentico atto civile.
Cosa si intende, però, per atto civile?
L'atto civile è senza dubbio quella azione che manifesta nella pratica una idea di società, conservandone valori e insegnamenti.
Tutto questo si può osservare nella mostra del Maestro Fausto Roncone, "Paese Ritratto", dove ci offre 40 incisioni, inchiostro nero su carta bianca, che riportano alla luce dello sguardo luoghi e personaggi della sua Loreto Aprutino, alcuni noti, altri invece vivi solo nei ricordi dei pochi che li hanno conosciuti e riconosciuti, altri ancora totalmente dimenticati, dispersi nel succedersi degli anni: questo è un atto civile; questo ha un valore estetico etico e morale; questo è Politico; questa è Arte, perché conserva la memoria storica di un popolo.
Ma adesso entriamo nel vivo del racconto per immagini che ci offre il Maestro Fausto Roncone, perché solo facendo esperienza diretta dell'opera d'arte se ne può apprezzare, valutare, la qualità prima di tutto intellettuale del lavoro dell'artista loretese.
Allora non possiamo non soffermarci almeno su alcuni dei personaggi ritratti, tutti realmente esistiti e che hanno avuto Loreto Aprutino come Genius loci, luogo rivelatore dei talenti di ognuno di loro, che ho avuto il privilegio di incontrare in anteprima tutti raccolti nello studio del Maestro tra lettere inchiostri e torchi, perché Roncone, più noto forse come Maestro di scena, nasce all'arte nell'ambito della stampa artistica dove opera da sempre come finissimo incisore - mi permetto, emozionato, una citazione di colore pirandelliano, perché quello che ho vissuto è stato un viaggio commovente, che muove dentro: la mia attenzione si sofferma sempre sul principiare dell'opera d'arte, come nel bozzetto del pittore, come nei cliché di FaustoRoncone, che incide con le sue sgorbie anonime, grigie lastre di linoleum (che mi confida deve importare dalla Germania, che in Italia non si trovano più, quando un tempo ne era il nostro Paese, forse, il massimo produttore con la ditta “Società del Linoleum” del gruppo Pirelli, presso gli impianti di Narni, che aveva uno dei nostri massimi poeti come pubblicista, il montemurrese Leonardo Sinisgalli, 1908 - 1981) di trame sottilissime, incomprensibili a tutti ma non a questo artista, che girando la manovella di un antico torchio di fine '800, stretto tra le mura del suo studio, ne trae figure precise, che raccontano con esattezza le proprie storie anche a secoli di distanza da noi.
E allora, tra i tanti, faccio la conoscenza di Luigi De Deo (Loreto Aprutino 1903 - Pescara 1971), di professione muratore ma drammaturgo per vocazione: è intitolato a lui il Teatro Comunale di Loreto Aprutino, purtroppo oggi ancora offeso dagli ultimi eventi sismici.
Poi incontro il cipiglio di Giacomo Acerbo (Loreto Aprutino1888 - Roma 1969), deputato fascista, figura che non poche domande ha scaturito nell'animo dell'artista loretese, che, alla fine, ha deciso di ritrarlo perché figura davvero significativa della storia del paese che non andava nascosta: è per iniziativa del gerarca che nacque nel 1957 il "Museo Acerbo", che conserva una importantissima collezione di ceramiche di Castelli, che conta circa 570 maioliche.
E allora mi fermo a guardare i baffi resoluti di Edoardo Valentini(Loreto Aprutino 1868 - San Benedetto 1955),direttore d’orchestra e compositore, amico personale di Giacomo Puccini (1858 - 1924) e Ettore Mascagni (1863 - 1945), profondo conoscitore dell’opera wagneriana, del quale fu uno dei primi autorevoli studiosi, nonché stretto collaboratore di Arturo Toscanini (1867 - 1957): Valentini ha diretto nei più prestigiosi teatri italiani, come alla Scala, al San Carlo, alla Fenice, solo per citare i maggiori teatri d'opera nazionali.
E il coraggio e la passione di Tommaso Bruno Stoppa(Loreto Aprutino 1853 – Teramo 1946) incontro nello studio di Fausto Roncone, giornalista della verità, direttore e poi proprietario del giornale più antico dell'Abruzzo teramano, il "Corriere Abruzzese".
E come non ascoltare allora anche il "graffiato" racconto di Gaetano Panbianco(Loreto Aprutino 1864 – Teramo 1937), giornalista costretto a rifugiarsi nel nord dell’Italia causa la sua penna non incline al regime fascista:finì anche lui come Stoppa i suoi giorni a Teramo, dove il Maestro Roncone, cultore e collezionista della storia di Loreto Aprutino, fu chiamato a recuperare la lapide mortuaria, oggi conservata all'interno del magazzino del Teatro Luigi De Deo, in attesa di migliore collocazione.
E ancora incontro un ciabattino, che pare preso da un presepio: è Liberato Di Tonno (Loreto Aprutino 1900 - Penne 1979), che continua a lavorare tra le macerie del secondo dopoguerra, che scrive poesie, tra una risuolatura e l'altra.
E ci sono a chiamare la mia attenzione altri volti, legati questi alla biografia del Maestro Fausto Roncone, e alcuni luoghi dell'anima dell'artista loretese; e tutto rivive, uomini e cose, tra il bianco e il nero che li ha riportati alla nostra attenzione.
E qui mi fermo, perché non voglio rovinare oltre la sorpresa, la magia di questi incontri, perché quello proposto dal Maestro è un itinerario intimo e, allo stesso tempo, collettivo, da partecipare personalmente, perché attraverso la storia degli uomini e dei luoghi di Loreto Aprutino,Fausto Roncone ci racconta la vicenda umana, riconquistando all'era digitale il tempo e la pazienza di un'arte antica.
Massimo Ridolfi
Info:
Loreto Aprutino, Pescara
Teatro Comunale “Luigi De Deo”
Inaugurazione mostra 19 dicembre alle ore 17:00
L’esposizione sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022
Dal venerdì alla domenica e dalle 15.30 alle 19:00
È possibile prenotare visite fuori dai giorni e dagli orari indicati ai seguenti contatti:
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Ingresso gratuito
Obbligo green pass e osservanza norme Covid-19