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In riferimento al convegno "Emergenza Codice Rosa, violenza di genere" che si è svolto questa mattina alla Asl di Teramo, la presidente della CPO della Provincia, Desiree del Giovine e la Consigliera di Parità, Anna Pompili, esprimono la loro perplessità sulle modalità con le quali l'iniziativa è stata portata avanti. "Constatiamo con piacere che le buone idee e le proposte concrete vengono realizzate. Siamo felici se le donne potranno contare su un nuovo e valido strumento contro la violenza di genere, il Codice Rosa, presentato questa mattina in un convegno organizzato dalla Asl di Teramo - dichiarano - da rappresentanti di quelle istituzioni, e sottolineiamo la parola istituzioni, che questo progetto lo hanno presentato alla Asl e vi hanno lavorato, organizzando i primi tavoli di confronto con i vertici dell’azienda sanitaria e poi con i dirigenti di riferimento, ci ha sorprese ed amareggiate apprendere per vie peraltro assolutamente informali che siamo state completamente escluse sia dal progetto che dal convegno che, a quanto ci è dato di capire, è servito proprio a presentare il protocollo d’intesa per far partire il Codice Rosa. Al di là di quello che potrebbe essere lo sgarbo istituzionale, che pure ha il suo peso, rimane il fatto che la Provincia ha dato il  via, ormai quattro anni fa, al progetto di rete istituzionale contro la violenza di genere; gestisce Casa Maia, casa di accoglienza per donne e figli maltrattati; gestisce il Centro Antiviolenza La Felice; ha formato, in questi anni, delle professioniste specializzate nell’intervento anti-violenza: presa in carico, supporto psicologico, supporto sociale, attivazione della rete di servizi a sostegno delle donne maltrattate etc etc. Ci domandiamo come sia stato possibile dimenticarlo e ci domandiamo come si possa portare avanti un servizio come il Codice Rosa senza che nella rete vi siano gli unici servizi provinciali che di violenza si occupano professionalmente e quotidianamente con una esperienza che sul territorio non ha precedenti. Questi risultati sono stati resi possibili dalla tenacia di un gruppo “trasversale” di donne, ebbene si lo rivendiamo,  unite con determinazione solo dall’indirizzo ideale e programmatico: la Commissione Pari Opportunità della Provincia, la Consigliera provinciale di Parità – che non dimentichiamo è un organismo del Ministero del Lavoro – l’assistente sociale della Provincia; le professioniste del Centro Antiviolenza e di Casa Maia. Quello che ci interessa non è un riconoscimento formale del lavoro svolto sino ad oggi ma capire come qualcuno possa pensare di gestire un servizio come il Codice Rosa senza far riferimento ad un pezzo fondamentale della rete di sostegno, protezione e accoglienza delle donne maltrattate". Provincia