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anziani-640x250 Dei 284.459 ultra 65enni abruzzesi, 64.543 risiedono nella provincia di Teramo e rappresentano il 21,03% della popolazione totale provinciale, fra loro 36.396 donne (56,39%) e 28.147 uomini (43,61%). Il Comune con l'incidenza di anziani più bassa è Castelli, dove gli ultra 65enni rappresentano il 15,37%, mentre il Comune con la percentuale più alta di anziani è Colledara, con circa il 40% della popolazione. Nella provincia di Teramo sono 20.520 gli anziani con più di 80 anni, ovvero il 6,6% della popolazione totale e il 31,8% della popolazione con più di 65 anni. Nella speciale classifica dell'incidenza degli ultra 80enni sul totale della popolazione con più di 65 anni spiccano Pietracamela (dove gli over 80 sono il 56,5%), Bisenti (50,7%) e Valle Castellana (44,4%). Nel Comune Capoluogo, a Teramo, risiedono 3.792 ultra ottantenni (32% degli ultra 65enni). Tra questi ben 79 sono gli anziani che hanno spento le 100 candeline. In questa classifica ci sono 21 ultra centenari che risiedono nel Comune capoluogo, 7 a Roseto, 5 a Giulianova e 4 a Campli. Seguono con tre ultracentenari Pineto, Mosciano, Alba Adriatica, Colonnella, Martinsicuro e Sant'Egidio alla Vibrata. Di questo spaccato demografico elaborato dallo Spi-Cgil di Teramo sui dati Istat 2013, "ciò che ci preoccupa maggiormente - spiega il segretario dello Spi provinciale, Giuseppe Oleandro - sono le condizioni socio-economiche della popolazione anziana, spesso fortemente condizionate sia dai livelli reddituali più bassi della Regione che dai livelli qualitativi e quantitativi dell'offerta dei servizi socio-sanitari che, come più volte denunciato dallo Spi-Cgil di Teramo, unitamente al fenomeno delle liste di attesa, concorrono a produrre il più alto tasso di mobilità sanitaria a livello regionale”. Condizioni che per Oleandro rappresentano un vero e proprio segnale di allarme. Per quanto riguarda le pensioni complessivamente erogate dall'Inps di Teramo, esse sono 98.197. L'importo medio mensile, pari a 631 euro, è il più basso d'Abruzzo (Chieti 641 euro, L'Aquila 681, Pescara 696). Gli importi medi mensili più alti si registrano nel Comune di Pietracamela (824 euro), quelli più bassi (497 euro) si hanno invece nel Comune di Bisenti. Dei 98.197 trattamenti pensionistici in provincia l'86% (85.662) non superano la soglia dei 1.000 euro lordi. Poco più di 11 mila assegni, pari all'11%, sono compresi tra i mille e i duemila euro lordi mensili, mentre 57 assegni superano la fascia dei 5.000 euro lordi mensili. Una disparità ancora più drammatica è riconducibile alla condizione di genere. Le pensioni delle donne, che rappresentano il 59% del totale, hanno un importo medio mensile pari al 62% di quello percepito dai pensionati uomini: 492 euro delle donne rispetto ai circa 800 euro degli uomini. Questo perché le donne sono discriminate nei posti di lavoro e hanno spesso lavorato con stipendi più bassi rispetto agli uomini. Infatti le donne titolari di pensioni di vecchiaia non solo sono meno numerose degli uomini (22.090 contro 24.858 uomini), ma il valore medio mensile dei loro assegni è di 583 euro, a fronte dei 1.036 euro percepiti dagli uomini. Questo significa che una pensione di vecchiaia declinata al femminile vale mediamente il 46% in meno di un assegno erogato a un ex lavoratore. In questa speciale graduatoria molte più donne, rispetto agli uomini, percepiscono assegni di basso valore economico come le pensioni sociali e quelle per superstite (reversibilità). Nel primo caso su 5.256 assegni sociali erogati in provincia di Teramo (importo medio 385 euro mensili) il 65% vengono percepiti da donne. Per quanto riguarda le pensioni di reversibilità erogate dall'Inps di Teramo (19.366) circa 17.000 sono "rosa" e valgono mediamente 464 euro al mese. La fotografia che emerge dai numeri elaborati dal sindacato dei pensionati della Cgil di Teramo, racconta di una realtà nella quale, al maschile come al femminile, i pensionati teramani si trovano a vivere in condizione di estrema fragilità economica. Anche per questo lo Spi di Teramo, insieme a tutta la Cgil, chiede alla giunta regionale di non sottovalutare il potenziale degli investimenti economici derivanti dall'accordo di partenariato per i Fondi europei 2014-2020 segnatamente all'obiettivo 9) riguardante la promozione dell'inclusione sociale e la lotta alla povertà. "Ci attendiamo pertanto - conclude Oleandro - una programmazione in discontinuità con quanto successo in passato, vincolata esclusivamente ai bisogni delle persone e dei contesti in cui essi vivono.