Atri/Mancano i fondi, i ragazzi della Ricciconti costretti a rimanere a casa
"Cambiano le regole, cambiano le amministrazioni, ma i problemi sono sempre gli stessi ed a pagarne le conseguenze sono sempre i più deboli.
I ragazzi ,che da oltre 10 anni frequentano il Centro diurno di riabilitazione sociale per soggetti in situazione di handicap “ D. Ricciconti” ad Atri ,sono costretti a casa. Infatti, il servizio svolto dalla cooperativa Aquilone, che garantiva l’apertura del centro e lo svolgimento di attività didattiche per sei giorni alla settimana, dal lunedì al sabato, dalle ore 15 alle ore 19, è sospeso dal 1 settembre scorso e la motivazione sembrerebbe imputabile alla solita “mancanza di fondi”.
Eppure si è voluta a tutti i costi la riforma delle ex IPAB, si è fatta una corsa contro il tempo per nominare gli organismi delle ASP, perché queste avrebbero dovuto entrare a tutti gli effetti nell’ambito del sistema integrato di interventi e servizi sociali, quindi migliorare tutta l’organizzazione. Lo scrivono in una nota: Paolo Basilico e Gabriella Liberatore, ex Amministratori del Comune di Atri.
Nello specifico, molti ricorderanno i consigli comunali, le dichiarazioni che si sono susseguiti nella fase precedente ed immediatamente successiva all’approvazione della legge, perché a preoccupare era soprattutto la sorte della Fondazione “D.Ricciconti”, del suo importantissimo patrimonio, del rispetto del lascito testamentario del benefattore. Non vorremmo che fossero già questi i primi segnali di un ennesimo “assalto alla diligenza”.
Molti di questi ragazzi hanno genitori anziani, si immagini pertanto quanto disagio si aggiunga, e quanto dannosa sia l’interruzione di un percorso di reale integrazione. Per molti di loro l’attività, tra l’altro, proseguiva presso la Fattoria Sociale Rurabilandia ,anch’essa, allo stato, inattiva .
Auspichiamo che le Istituzioni e il Commissario Corradetti in primis diano al più presto soluzione ad un problema la cui determinazione non fa onore a nessuno".