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2 Giurato mare Sarà Blasco Giurato il prossimo 11 ottobre a ritirare a Teramo, presso la Sala Polifunzionale della Provincia, nel corso della Gran Cerimonia di premiazione, l’Esposimetro d’Oro alla Carriera della 19^ edizione del Premio Internazionale della Fotografia Cinematografica Gianni Di Venanzo.   La Giuria del Premio ha così individuato anche il secondo autore a cui assegnare il prestigioso riconoscimento dopo aver scelto per il premio alla Memoria l’autore svizzero Carlo Varini recentemente scomparso. La decisione dei giurati del Di Venanzo è rimbalzata al di la delle Alpi, infatti il Corriere del Ticino, il quotidiano più diffuso nel Canton Ticino in Svizera,  ha dedicato un ampio articolo al Premio Di Venanzo di Teramo, e all’importante riconoscimento postumo assegnato al cineasta ticinese (tra gli allegati l’articolo in questione).               Lunghissima la carriera di Blasco Giurato, ma l’autore è più che mai attivo, è infatti uscito proprio ieri nelle sale cinematografiche italiane il suo ultimo lavoro: ha curato luci e immagine dell’ultimo film di Pupi Avati Un ragazzo d’oro, dove ha “illuminato” l’icona cinematografica Sharon Stone, protagonista del film insieme a Riccardo Scamarcio e Cristiana Capotondi. La presenza della Stone sul set a Roma, nell’estate dello scorso anno, ha di fatto paralizzato il traffico della città. Ora che il film è uscito nelle sale si ricordano anche i suoi capricci da star in quello che è stato il primo film italiano in cui ha lavorato. (Nelle foto allegate ne troverete alcune in cui Blasco Giurato e Sharone Stone si accordano sulle inquadrature e sulla scena da girare).               Il 73enne Blasco Giurato (nato a Roma il 7 giugno del 1941) si è imposto a livello internazionale per aver curato immagini e luci del film premio Oscar di Giuseppe Tornatore Nuovo Cinema Paradiso (1988), per cui venne candidato al Bafta Award. Ha ricevuto numerose candidature al Nastro d’Argento, tra cui quella per la fotografia di Vajont – La diga del disonore (2002) di Renzo Martinelli, con cui ha lavorato in diversi film.               Nipote del commediografo e regista Giovacchino Forzano e fratello del giornalista e conduttore televisivo Luca Giurato, Blasco cresce in una famiglia della migliore borghesia romana. Come prima esperienza documenta da cinereporter le manifestazioni del movimento studentesco per l’Unitelefilm, società di produzione legata all’allora Pci. Poi compie la gavetta nella troupe del direttore di fotografia Dario Di Palma. Gira molti film come operatore alla macchina, uno degli ultimi è  Amici miei (1975) di Mario Monicelli. Negli anni settanta è considerato tra i migliori operatori alla macchina del cinema italiano. Esordisce come direttore della fotografia nello sceneggiato tv di Daniele D’Anza L’amaro caso della baronessa di Carini (1973).   Arriva al cinema con Eriprando Visconti che gli affida la responsabilità delle immagini de La orca (1976) e del seguito Oedipus Orca (1977). Per una decina di anni si dedica alle immagini di commedie di rapida fattura e film d’azione. Alla metà degli anni Ottanta Giurato lega il suo nome a   quello di Tornatore curando le immagini del primo lungometraggio del giovane regista siciliano Il camorrista (1986). Per Tornatore firma immagini e luci del premiatissimo Nuovo Cinema Paradiso, di Stanno tutti bene (1990) e del cupo Una pura formalità (1993). Lavora anche con il grande Dino Risi per Teresa (1987) e Tolgo il disturbo (1990), e con Giuliano Montaldo nel film tratto dal romanzo di Flaiano Tempo di uccidere (1988). Giurato nel 1991 è autore della fotografia nel film italiano di John Frankenheimer The year of the gun girato con la macchina in continuo movimento. Negli anni Novanta lavora per commedie italiane di ottima fattura, dirette da Alessandro Benvenuti, Ugo Chiti, Lina Wertmuller, e per produzioni più ambiziose come Sostiene Pereira (1995) di Roberto Faenza, Il carniere (1997) di Maurizio Zaccaro. Come scrive Stefano Masi nel suo Dizionario mondiale dei Direttori della fotografia Giurato “…ha dimostrato di saper manovrare bene il colore in situazioni assai diverse, dal mélo novecentesco di Del perduto amore (1998) di Michele Placido, alla più luminosa commedia in costume di Ferdinando e Carolina (1999) di Lina Wertmuller, fino all’umorismo nero di Vipera (2001) di Sergio Citti. Blasco Giurato, inoltre, grazie alla sua navigata esperienza, è stato scelto da molti produttori quale autore della fotografia di molte opere prime di giovani esordienti. GUARDA IL SERVIZIO