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Le dichiarazioni del Sindaco Brucchi in merito alla riduzione dei trasferimenti statali agli enti locali e alla connessa recente disposizione che intende eliminare l’esenzione IMU per i terreni agricoli nei comuni di altitudine inferiore ai 281 m. rappresentano l’ennesimo debole tentativo del nostro primo cittadino di scaricare solo su altri soggetti e altri enti la responsabilità del fallimento della gestione politico-amministrativa del suo centro-destra cittadino.

Che la legislazione statale di questi anni, di tutti i governi che si sono succeduti dal 2008 ad oggi, abbia dato vita ad un federalismo fiscale e amministrativo schizofrenico che ha messo a dura prova gli enti locali, riempiti di competenze e sgonfiati di risorse, è cosa nota, così come abbiamo più volte sostenuto e ribadito in Consiglio comunale. E anche gli ultimi atti normativi confermano questa linea che, con tutta onestà, non ci convince. Ma va detto, e il sindaco non lo dice, che questa situazione è derivata essenzialmente da quella scellerata decisione del presidente dello stesso partito del Sindaco Brucchi di stravolgere nel 2008 con un tratto di pena, per misere e bieche finalità elettorali, il sistema ICI senza prevedere un sistema fiscale che garantisse agli enti locali di mantenere un buon livello di servizi ai cittadini.

Tutti i Comuni hanno dovuto e devono far fronte a questa situazione, rincorrere le difficoltà e programmare nel tempo una gestione amministrativa sana e oculata. Il Sindaco avrebbe dovuto farlo, da anni e non da oggi.

E allora ciò che più sconcerta è il fatto che il Sindaco continui a parlare come se fosse un sindaco al primo mandato, come se non fosse il primo responsabile delle scelte politico-amministrative che hanno portato alla disastrosa situazione in cui si è venuto a trovare il bilancio comunale con pesante ripercussione economica e sociale sulla collettività teramana.  

Perché il Sindaco non fa mea culpa per l’incapacità dimostrata in questi anni di contenere la spesa corrente improduttiva?

Perché il Sindaco non fa mea culpa per aver rincorso la spesa solo ed esclusivamente con l’aumento schiacciante della pressione tributaria a carico dei cittadini teramani?

Perché il Sindaco non fa mea culpa per aver portato, dal 2009 ad oggi, da 8 a 12 milioni di euro il costo del servizio di igiene urbana, consentendo un incremento al 60 per cento dei costi fissi della tariffa, nonostante una raccolta differenziata che ha superato il 60%?

Perché il Sindaco non fa mea culpa  per aver voluto mantenere in piedi, solo per interessi di maggioranza, una giunta con il numero massimo di nove assessori a stipendio pieno, una zavorra per una nave che rischia di affondare?

Perché il Sindaco non fa mea culpa per non aver saputo programmare in questi anni interventi a favore del commercio cittadino, per non aver dato un orizzonte ed una prospettiva culturale credibile alla nostra città, per non aver puntato con forza sull’Università, in sintesi per non aver reso attrattiva Teramo?

Senza questi e tanti altri mea culpa, per tante scelte che hanno impoverito la nostra città, le lamentele del sindaco perdono qualsiasi credibilità e rappresentano solo il maldestro tentativo di costruire a sé stesso degli alibi per un fallimento che è sotto gli occhi di tutti e di fronte al quale dovrebbe, con responsabilità , trarre le inevitabili conseguenze.

  

 Gruppo consiliare Partito Democratico - Comune di Teramo