LA CGIL: "BENE L’AZIENDA UNICA, MA E’ SULLA SCELTA DEL NUOVO MANAGEMENT CHE LA REGIONE DOVRA’ MOSTRARE IL CORAGGIO DI VOLER CAMBIARE
Subito il biglietto unico regionale e la riforma anche per le aziende private
Dopo un lungo periodo di attesa per una riforma la cui incomprensibile inapplicabilità aveva
fatto scomodare un paio di anni fa persino l’austero Sole24ore che dalle proprie pagine,
accostando le tre aziende di trasporto al “Poltronificio d’Abruzzo”, ci coprì letteralmente di
ridicolo, è evidente e altresì comprensibile che ora ci si soffermi almeno per un attimo a
brindare e festeggiare la nascita di TUA (Trasporto Unico Abruzzese).
Lo scrive il Segretario Filt Cgil Abruzzo
Franco Rolandi
FONDAMENTALE LA SCELTA DEL NUOVO MANAGEMENT - Tuttavia siamo abbastanza
“vaccinati” per comprendere che aldilà dei provvedimenti legislativi regionali e di tutti gli atti
formali che hanno permesso e che permetteranno all’azienda unica di cominciare a muovere i
primi passi, è fondamentale che la politica non sbagli nemmeno un colpo nell’individuazione
delle figure demandate ad assumere i delicati ruoli di responsabilità amministrativa,
gestionale e tecnica dell’azienda unica di trasporto.
LE NUOVE NORME NON DANNO SCAMPO ALLE AZIENDE IN ROSSO - Tutto ciò risulta
assolutamente necessario in relazione innanzitutto alle nuove norme nazionali di riforma del
trasporto pubblico locale le quali prevedono nel Disegno di Legge il cui primo firmatario è il
Vice Ministro ai trasporti Nencini, la messa in liquidazione delle società pubbliche che facciano
registrare a decorrere dal 2016, consecutive perdite di bilancio per almeno tre dei quattro
esercizi precedenti. Una norma che, per intenderci, se fosse stata applicata da subito,
avrebbe significato per Arpa (con i suoi ultimi cinque bilanci consecutivi in perdita) il sicuro
avvio della procedura di concordato preventivo e, per la Regione Abruzzo, l’addio al progetto
di azienda unica e la contestuale privatizzazione del settore.
LA REGIONE NON COMMETTA GLI ERRORI DEL PASSATO - Scampato quindi il
pericolo, è evidente che non sono ammissibili gli errori del passato soprattutto nella scelta
del management ovvero degli amministratori e dei dirigenti che guideranno l’azienda unica.
La scelta di Luciano D’Amico è sicuramente di buon auspicio anche se non è ancora chiaro se
la nomina costituisca una soluzione temporanea per consentire il solo traghettamento di Arpa
verso l’azienda unica o se invece possa rappresentare una scelta a lungo termine sui cui
poter contare non solo per pochi mesi. La politica deve mostrare il coraggio di voler cambiare
proprio nella scelta del management, non cedendo quindi alle lusinghe di coloro che, pur
essendosi resi responsabili di aver amministrato nel peggiore dei modi le tre aziende
regionali, creando, come nel caso di Arpa, le condizioni di consegnare addirittura i libri in
tribunale, pretenderebbero ancora il riconoscimento di un posto al sole.
Analogamente la Regione Abruzzo rispetto alla necessità di razionalizzare i costi del settore,
dovrebbe evitare anche qui di ripercorrere gli errori del passato adottando l’infelice equazione
MENO SERVIZI E MENO OCCUPAZIONE”, pianificando invece una riorganizzazione degli
stessi servizi puntando a migliorare qualità e quantità dell’offerta. Al contrario, ingenti
recuperi sono ora più che mai possibili attraverso il taglio di tanti sprechi che in più di una
circostanza e da almeno un decennio la Filt Cgil Abruzzo ha denunciato con forza.
ANCHE LE AZIENDE PRIVATE VANNO RIORGANIZZATE – Il processo di aggregazione
delle tre aziende pubbliche ha sanato di fatto una sola delle due anomalie presenti in
Abruzzo, l’altra singolarità infatti è costituita dalla presenza di un numero esageratamente
elevato (oltre 40) di aziende private in relazione alle dimensioni modeste della nostra
Regione. Il tutto si regge grazie ad un vecchio sistema concessorio in base al quale imprese
private anche di carattere familiare beneficiano da anni di contributi regionali nella gestione
del trasporto pubblico locale. Un sistema che evidentemente verrà superato con la
liberalizzazione del settore e con l’affidamento dei servizi attraverso procedure di gara ad
evidenza pubblica. Sarebbe tuttavia auspicabile che da subito l’imprenditoria privata regionale
operante nel settore che fino ad oggi anche attraverso la propria associazione datoriale, si è
limitata a manifestare la propria contrarietà alla fusione delle aziende pubbliche, prendesse
invece atto della necessità di un riordino e di un analogo processo aggregativo che possa
riguardare anche le imprese private.
BIGLIETTO UNICO REGIONALE - Anche il sistema tariffario adottato sino ad oggi dalla
Regione Abruzzo denota, se vogliamo, un’anomalia vale a dire la sussistenza di un biglietto
unico e quindi di un titolo di viaggio che opera esclusivamente sull’area metropolitana Chieti-
Pescara e che interessa solo quattro vettori (Arpa, Gtm, La Panoramica e Satam). Un’anatra
zoppa rimasta in piedi per oltre un decennio a seguito di una delibera di Giunta Regionale
risalente al 4 giugno 2004 (n. 478) e che ha determinato per anni una inaccettabile disparità
di trattamento tra i cittadini abruzzesi, accentuando peraltro quell’insopportabile squilibrio con
le zone interne della regione notoriamente già svantaggiate in termini di qualità e quantità
dei servizi di trasporto locale erogati.
Nella scorsa legislatura e proprio attraverso un provvedimento votato all’unanimità a fine
anno 2013, la Regione ha finalmente deciso di voltare pagina deliberando l’introduzione di un
nuovo sistema di integrazione tariffaria che opererà indistintamente sull’intero territorio
regionale coinvolgendo tutti i vettori pubblici e privati che operano sia su gomma che su
ferro. Il 2014 doveva costituire l’anno della svolta da questo punto di vista. Sicuramente
siamo in ritardo e per questo motivo incalziamo la Regione affinché recuperi il tempo perduto
consentendo ai cittadini abruzzesi di fruire di quegli indubbi vantaggi sia di ordine pratico ma
anche di natura economica che potrebbero costituire per la stessa Regione Abruzzo una
misura di sviluppo, razionalizzazione e incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico chiude Rolandi.