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    Egr. Sig. SINDACO Comune di Teramo   e  p.c.  Gent.mi Sigg. CONSIGLIERI Comune di Teramo       Egregio sig. Sindaco, al momento di inviare il mio curriculum per il consiglio di amministrazione della TE.AM. Teramo Ambiente S.p.A., mi posi il quesito se sarei  stato capace di attendere ad un compito cosi difficile e delicato che richiedeva passione, dedizione ed impegno. La risposta che mi diedi fu positiva ed ispirata dalla grande voglia ed ambizione di mettermi in gioco, per dare un contributo migliorativo alla mia città, che amo e nella quale ho deciso di far crescere i miei figli. L’ho fatto con uno spirito fortemente volitivo, accompagnato dalla consapevolezza (accresciuta dal mio bagaglio professionale e dalla mia pregressa esperienza come presidente del collegio dei revisori del Comune di Teramo) che la società, straordinariamente importante per l’intero tessuto economico e sociale, dovesse avviarsi ad una radicale rivisitazione gestionale e collocarsi in una rinnovata prospettiva strategica. La consapevolezza sorgeva dalla considerazione del mutato quadro normativo che interessa le società cosiddette partecipate, delle intervenute  riforme strutturali nel settore dei rifiuti sia a livello comunitario che nazionale, della consequenziale evoluzione normativa anche a livello regionale; elementi tutti che impongono indiscutibilmente un nuovo approccio alla TE.AM.  ed alla definizione del suo futuro. Sotto il profilo più strettamente gestionale, la mia particolare esperienza professionale mi dava la convinzione  che una società per azioni, seppur di natura pubblica –privata, dopo un elevato numero di anni di operatività, necessitasse di una riforma gestionale strutturale per ottimizzare i servizi alla collettività, per aumentare la redditività e conseguentemente giungere ad una riduzione delle tariffe. Con questo spirito ho accolto la Tua designazione, della quale sono stato onorato e per la quale Ti ringrazio ancora, ed ho iniziato il mio mandato all’interno della società. Ebbene, Ti confesso che da subito, aldilà della personale cortesia e della disponibilità manifestatami e delle apparenti condivisioni, ho percepito una diversità di vedute all’idea di cambiamento, sia a livello tecnico-gestionale che a livello amministrativo. La necessità di non creare immediatamente  dannose situazioni di contrasto nella gestione societaria, nonché la voglia di approfondire la conoscenza necessariamente approssimativa di alcuni aspetti, mi hanno  indotto ad un atteggiamento di cautela. Andando avanti mi sono trovato di fronte a delle situazioni consolidate, da me non gestite, rispetto alle quali, pur non condividendo molti degli aspetti, non mi sono sottratto alle mie responsabilità, ovviamente al precipuo fine di tutelare gli interessi della società  e, quindi, del Comune, tenuto conto  che atteggiamenti  diversi avrebbero potuto determinare conseguenze pesantissime per la TE.AM. Il caso di Giulianova è emblematico: solo grazie alle resistenze del sottoscritto siamo riusciti a migliorare alcuni aspetti di un accordo che, come ti ho anche personalmente riferito, ritenevo non gratificante per la società . E però, quanto successo in relazione al nuovo organigramma ed alla nuova pianta organica, assume per me i caratteri della intollerabilità. Invero, nell’ottica di quella ristrutturazione gestionale di cui parlavo in precedenza e, soprattutto, alla luce delle numerose segnalazioni di disservizi da parte della cittadinanza, ho ritenuto di chiedere approfondimenti per capire quale fosse il modello organizzativo più funzionale che, da un lato, scongiurasse inefficienze, criticità organizzative, aumento di costi etc., e che, dall’altro, rifuggisse dal rischio di operare sulla base di ‘vicinanze’, contiguità personali e amicali, di logiche insomma non ispirate a criteri esclusivamente meritocratici. Ebbene, a fronte di questa mia richiesta, ho trovato posizioni di contrasto ferme, che poggiavano su  una presunta improcrastinabilità e sulla necessità di immediata approvazione, stridenti, in realtà, con quanto fatto in precedenza sulla questione. Ho portato avanti le mie ragioni, ho dato battaglia nella convinzione che fosse la cosa più giusta per la società, ed ho raggiunto perlomeno l’obiettivo - effimero in realtà per quanto accaduto successivamente - di limitare l’approvazione dello schema alle posizioni apicali rimandando la parte più significativa  a successive valutazioni. Effimero perché, nell’ultimo consiglio di amministrazione, lo schema complessivo è stato riproposto in maniera inusuale,  in quanto neanche inserito all’ordine del giorno. Alle mie doverose e logiche rimostranze si è contrapposta la ferma intenzione degli altri membri del C.d.A. per l'approvazione dell’organigramma che, chiaramente, non ha ricevuto il mio voto in consiglio. Note sono le vicende ed il clamore suscitato da questa mia posizione che ho evitato di enfatizzare all’esterno, per evitare nocumento all’immagine della società. Ma, ovviamente, il vulnus è stato totale, giacché sono stato sostanzialmente sfiduciato anche, cosa ancor più grave e significativa, dal Comune che rappresento, visto che l’ing. Bozzelli, altro membro da Te designato, ha votato in difformità dal sottoscritto, evidentemente seguendo disposizioni in tal senso. Aggiungo, per rendere il quadro ancor più completo, che in quella occasione, senza alcuna considerazione  istituzionale per la figura presidenziale ( atteggiamento che spesso è indice di una  sensazione di ‘intoccabilita’  e di ‘protezione’), la comunicazione dell’evento venne fatta senza alcuna sottoposizione preventiva al sottoscritto  e, ovviamente, in maniera parziale e senza alcun cenno a quanto oggettivamente accaduto. Queste logiche e  le scelte effettuate  denotano, evidentemente, una diversità di intenti reali per quanto riguarda  la gestione ed il futuro della società e rendono impossibile la prosecuzione del mio compito e della mia funzione anche perché, considerata la condizione di minoranza nella quale sono stato relegato, non avrei nemmeno gli strumenti per portare avanti i miei propositi. Ho rassegnato pertanto le mie dimissioni alla assemblea dei soci che mi ha nominato. L'ho fatto con una  forte convinzione per le ragioni esposte e con la serenità di chi, in assonanza totale con il gruppo civico nel quale porto avanti il mio impegno politico e che ringrazio per il sostegno continuo privo di ogni condizionamento, anche nella condivisione di questa mia scelta, non misura l’impegno politico con la gratificazione del ruolo o della “poltrona”,  bensì con i risultati da offrire alla comunità che intende servire. La speranza è anche  quella che  questo mio gesto, oggettivamente inconsueto ma ormai inevitabile, possa aprire lo spazio per una discussione seria e approfondita, funzionale al benessere ed alla migliore gestione della società.   Con deferenza.                                                                                                             Giovanni  Mattucci