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secciaok Dopo la chiusura per “mancanza di frati” della chiesa di San Domenico a Teramo, il Vescovo Monsignor Michele Seccia promette il massimo impegno per la riapertura della chiesa, chiusa insieme alle parrocchie di Rapino e Rocciano. I Frati francescani erano arrivati a Teramo nel 2007, a seguito della convenzione stipulata con la Diocesi di Teramo-Atri ed avevano assicurato la cura pastorale della Chiesa di San Domenico e successivamente anche quella di Rocciano e Rapino. A raccogliere la palla al balzo è l’associazione dei sacerdoti lavoratori sposati, fondata nel 2003 da don Giuseppe Serrone, impegnata da anni per il riconoscimento dei diritti civili e religiosi dei sacerdoti sposati e delle loro famiglie. “Ci offriamo a gestire le parrocchie chiuse a Teramo – solo se il Vescovo e Papa Francesco ci invitassero a farlo – è il commento dell’associazione. I sacerdoti lavoratori sposati sono impegnati per una riforma della Chiesa e per un Cristianesimo meno tradizionalista aperto al futuro. "Siamo alla ricerca di locali in  città italiane e/o estere per apertura nuove sedi , si legge sul sito internet dell'associazione (cerchiamo locali in comodato d'uso gratuito o in donazione, cerchiamo anche terreni per impiantare dei capannoni e terreni agricoli da coltivare in cooperative)".   Non sembra assolutamente interessato a raccogliere tale proposta Monsignor Seccia che assicura a breve la soluzione a questa chiusura: "Non e' assolutamente possibile che una chiesa storica tanto bella, come San Domenico,  possa rimanere chiusa- dichiara - troveremo presto una soluzione".