Tutelare il fratino sulle spiagge d’Abruzzo, il WWF scrive a tutti i comuni della costa abruzzese
Il WWF Abruzzo ha inviato una nota ai sindaci dei comuni costieri abruzzesi (Alba Adriatica, Casalbordino, Città Sant’Angelo, Fossacesia, Francavilla al Mare, Giulianova, Martinsicuro, Montesilvano, Ortona, Pescara, Pineto, Rocca San Giovanni, Roseto degli Abruzzi, San Salvo, San Vito Chietino, Silvi Marina, Torino di Sangro, Tortoreto e Vasto) con la quale ha segnalato l’urgenza di approvare entro il mese di marzo 2015 un apposito atto che, ai sensi dell’art. 1 della Legge regionale n. 19/2014, limiti l’accesso dei cani (e più in generale agli animali da affezione) sulle spiagge dove è stata riscontrata la presenza del Fratino (Charadrius alexandrinus).
Si tratta di un provvedimento di particolare importanza poiché una delle cause del decremento di questa specie, particolarmente meritevole di protezione ai sensi della Direttiva 409/79/CEE “Uccelli”, è proprio la distruzione dei nidi posti sugli arenili da parte dei cani.
“L’obiettivo è quello di contemperare l’interesse dei proprietari dei cani e di altri animali da affezione ad andare sulla spiaggia con l’interesse generale sulla tutela di una specie così importante”, dichiara Luciano Di Tizio, Delegato Abruzzo del WWF Italia. “Sono anni che come WWF, insieme ad altre associazioni e con l’Area Marina Protetta di Torre del Cerrano mettiamo in atto azioni di tutela e monitoraggio per questa specie. Attraverso semplici precauzioni possiamo salvaguardare uno degli uccelli simbolo del nostro litorale. Con la nostra lettera abbiamo anche ricordato ai sindaci di prestare grande attenzione ai lavori di pulizia delle spiagge, fornendo indicazioni al riguardo ai proprietari degli stabilimenti balneari: all’inizio della bella stagione vengono infatti distrutti decine di nidi di questi uccelli durante le azioni di pulizia delle spiagge condotte con mezzi meccanici. Negli ultimi anni la sensibilità sta fortunatamente aumentando e riusciamo a trovare forme di collaborazione con i proprietari degli stabilimenti balneari, ma c’è ancora molto da fare e tutti devono essere sensibilizzati”.