Con la carnevalata di San Valentino a spese del Carnevale, l’Amministrazione Comunale di Teramo ha toccato PerDavvero il fondo , confondendosi essa stessa con quest’ultima ricorrenza.
Storicamente Teramo non ha mai trionfato nel celebrare il Carnevale ma la tristezza registrata nelle vie e nelle piazze cittadine nella giornata di domenica, e soprattutto in quella di Martedì Grasso, non la si è mai vista dal secondo dopoguerra ad oggi.
D’accordo c’è la crisi ! Non ci sono risorse ! Ma con un minimo di fantasia un qualche cosa che potesse dare un contributo per assopire gli aspetti negativi del momento difficile che il nostro paese sta attraversando, soprattutto per i bambini, lo si poteva pure organizzare.
La crisi che impera ormai da un lustro e mezzo ha modificato la vita in tutto il nostro sistema economico, produttivo, distributivo, nei consumi, nelle famiglie. Soprattutto in queste ultime, che nella stragrande maggioranza oggi sono costrette a vivere in ristrettezze che solo un decennio fa erano impensabili, le feste tradizionali, pur se in economia e ristrettezze, vengono celebrate. Come è successo nell’ultimo Natale, con l’aspetto positivo di sentirsi più vicini nel bisogno a livello umano, riscoprendo valori persi nel tempo o occultati dal consumismo sfrenato.
Il Comune di Teramo invece no! Sotto l’aspetto amministrativo si organizza, come ai tempi delle vacche grasse (se mai veramente ci siano stati ), con ben nove assessorati supportati da altrettante strutture che vanno a sommarsi all’indennità dovuta al politico di turno che ricopre la carica. Politici che ricoprono questi ruoli per esigenze di logiche correntizie, spendendo tempo ed energie più per giustificare le cose che non possono fare, che per programmare e concretizzare il da farsi. Addirittura, per coprire il proprio insulso amministrare, provocano polemiche strumentali sulle competenze giocando allo scaricabarile.
Nel frattempo alle famiglie e alle imprese arrivano gli avvisi per il pagamento della TARI con termini di scadenza della prima rata di 15 ( quindici ) giorni, che per molte attività economiche hanno importi di molto superiori ai mille Euro. Si batte cassa come se cittadini e imprese dovessero pagare in noccioline e si fosse nella stagione della raccolta!
Tutto questo accade, mentre sempre di più Teramo Città Capoluogo sprofonda nel baratro, nella depressione e nell’isolamento, tanto che nelle ore di punta nel cuore cittadino tra Corso San Giorgio e Piazza Martiri la media degli avventori non supera mai le 200 (duecento ) unità . Chiunque può facilmente divertirsi a contarli per eventuale verifica.
Dall’amministrazione viene disatteso tutto quanto proposto in campagna elettorale. L’ultimo esempio è la ristrutturazione del Cine-Teatro Comunale in nuovo teatro, tanto sbandierato dal sindaco Brucchi con dei prospetti a colori su modelli A/4 nella primavera scorsa, vanificato dal fatto che in data odierna si aprono le buste per l’affidamento in locazione con contratto commerciale della durata dei sei più sei annualità dei locali piano terra e seminterrato dell’ex Oviesse, cozzando fra l’altro con le norme del PUC in vigore in merito alle metrature commerciali legittime nell’area del centro storico. Norme e regolamento emanato dalla stessa amministrazione che invece di vigilare per una corretta applicazione è essa stessa a non rispettare. Ci viene spontaneo chiedere, a seguito di quanto sopra esposto, che fine farà il proposito (perché solo di questo si trattava ) della ristrutturazione del Cine-Teatro comunale in nuovo teatro?
Noi riteniamo che la città nel suo complesso debba reagire a questo stato di cose, diventato ormai insostenibile. Reazione che si deve concretizzare con a capo tutti i partiti di opposizione presenti in Consiglio Comunale, aggregando tutte le altre forze politiche, sindacali, associazioni di categorie, associazioni culturali e liberi cittadini che messe insieme sono sicuramente più rappresentative dell’attuale maggioranza che ci amministra, facendo sentire forte la propria voce contro questo stato di cose, nel rispetto delle regole della lotta democratica e non escludendo se necessario una manifestazione di massa di protesta in Piazza Orsini.
I PerDavvero