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Sono saliti a bordo armati e dopo un controllo sarebbe stata contestata una violazione delle norme che regolano la grandezza delle maglie della rete da pesca. Per questa ragione le autorità del Gambia hanno sequestrato la nave Idra Q., un 45 metri iscritto a Mazara del Vallo ma appartenente alla flotta dell’Italfish di Martinsicuro. Lo rende noto la Federpesca, preoccupata per le sorti di due italiani, il capitano 56enne Sandro De Simone di Silvi Marina e il direttore di macchina, Massimo Liberati 52 anni, di San Benedetto del Tronto. Per entrambe è stata disposta la custodia in carcere a Banjul. Con loro imbarcato c’era anche un altro abruzzese, il nostromo Vincenzino Mora, di Torano. Ma l’uomo si trova in porto a bordo del peschereccio, con il resto dell’equipaggio, in tutto formato da una trentina di persone, per la maggior parte africane. «Solo l'intervento urgente del Ministro Martina e del Ministro Gentiloni - dichiara Luigi Giannini presidente di Federpesca - può scongiurare un esito pesantissimo e sproporzionato, visto che le reti considerate oggetto di misurazione non erano quelle in uso all'atto del fermo dell'unità». Le reti contestate durante il controllo della marina militare del Gambia non erano infatti in uso, ma solo trovate sul ponte.  Una differenza minima di 3 millimetri e tra l’altro spiega la società armatrice, la misurazione è avvenuta con un semplice righello. Federico Crescenzi, figlio dello storico armatore truentino Santino Crescenzi si è recato nella capitale Banjul ed è in continuo contatto con la Farnesina che si è già attivata per liberare i due marittimi. Le loro famiglie sono in apprensione, perché a De Simone e Liberati non è stato possibile mettersi in contatto con loro, ma si spera che l’appello al Governo venga ascoltato e che i due prigionieri, entrambe sposati e con figli, vengano presto rimessi in libertà.

Gloria Caioni

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