BIM / TAVOLO POLITICO TRA I SINDACI. MA LA DISTANZA TRA DI CENTA E IACHETTI RESTA INCOLMABILE
Non è servito sicuramente a "mediare" tra il sindaco di Montorio e il presidente del Bim, il tavolo politico con tutti i sindaci dei 26 Comuni consorziati. Non è servito, perchè Gianni Di Centa ha riconfermato, in toto, la netta posizione della sua maggioranza: riorganizzare i criteri di programmazione dei contributi da distribuire ai sindaci, da una parte, e azzerare l'indennità del presidente, dall'altra. "Il Comune di Montorio, sia chiaro, non vuole che questo BIM sparisca o chiuda...", ha rispiegato Di Centa, insistendo sulla necessità "di ridiscutere seriamente le linee programmatiche di un ente che, tuttora, elargisce contributi a seconda di questa o quella richiesta, di questo o quel Comune". Ma fulcro del tavolo politico doveva essere ed è stata, infatti, la questione "indennità". Da una parte, i sindaci a sostegno del mandato di un presidente Franco Iachetti (2250 euro lorde al mese) e della giustezza di una indennità per chi svolge compiutamente il proprio lavoro. Al riguardo sono intervenuti i sindaci di Roseto, Crognaleto, Notaresco, Torricella Sicura, il vice sindaco di Civitella del Tronto e quello di Castelli. Dall'altra, la richiesta/invito proprio del vice del compianto sindaco De Rosa all'indirizzo di Di Centa: "Mediamo... Evitiamo di lanciare all'esterno un messaggio di scontro e tensione". Il mandato della giunta del Bim presieduta da Iachetti scadrà tra un anno e mezzo. Qualcuno chiede che si rimandi ogni proposta di revisione della governance (indennità incluse) a quel momento. Ma il dialogo tra Di Centa e Iachetti non fa passi avanti, in tal senso. La distanza è immutata. Come immutate sono le posizioni. Per Di Centa è venuto meno il rapporto di fiducia. Iachetti attende l'evolversi della procedura di revoca della delega da parte del Comune di Montorio. Il 23 marzo è dietro l'angolo. La strada del ricorso al Tar anche. E il tavolo politico dei sindaci proverà a riconvocarsi, periodicamente, su proposta dello stesso Presidente che, deleghe a parte, va avanti per la sua strada. Fino a quando Montorio o il Tar glielo consentiranno, ovvio.