FALSIFICANO LA FIRMA DELL'EX VICE PRESIDENTE DELLA PROVINCIA PER UNA RACCOLTA FONDI: QUATTRO INDAGATI
Avevano falsificato la firma del Vice Presidente della Provincia di Teramo, Renato Rasicci, per cercare di raccogliere fondi per il progetto di mobilità garantita. Dopo un anno e mezzo di indagini, è arrivato l'avviso di conclusione nei confronti di quattro persone. Quattro gli indagati nell'inchiesta a firma del sostituto procuratore Stefano Giovagnoni: si tratta di R.D.P., 64enne, di Monteprandone; M.D.P. 37enne, di San Benedetto del Tronto, accusati in concorso di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale per aver realizzato due lettere con un falso logo della Provincia e con una firma apocrifa del vice presidente (all'epoca Renato Rasicci). In una spiegavano la finalità della raccolta, nell'altra incaricavano gli altri due indagati a raccogliere quei fondi proprio in esecuzione di una fantomatica delibera dell'amministrazione provinciale. Gli altri due indagati sono F.B., 47 anni, di Sant'Egidio alla Vibrata, e R.T., 66 anni, di Ascoli Piceno. La procura di Teramo li accusa del reato di "uso di atto falso". L'inchiesta inizia nei primi mesi del 2013, quando durante un controllo a cura dei carabinieri della stazione di Sant'Egidio alla Vibrata, guidati dal luogotenente Mario De Nicola, all'interno di un bar si ritrovano davanti uno degli indagati intento a proporre un contratto pubblicitario al titolare del bar. I due esibivano una lettera a firma del vice presidente della Provincia in cui, il soggetto, veniva delegato a raccogliere fondi per conto della conosciutissima societù MGG Italia Spa che si occupa dei servizi di mobilità. Inizia l'inchiesta e si scopre che la provincia aveva siglato una convenziona aperta ma nessuna lettera era mai stata firmata dal vice presidente. Da qui la denuncia subito presentata da Renato Rasicci ai carabinieri. Nel corso delle indagini si scopre che i quattro indagati avevano raccolto fondi anche prima della firma della convenzione e successivamente alla scadenza, firmando contratti per un totale di poco meno di 20mila euro. Obiettivo, acquistare un pullmino per disabili ma il ricavato in minima parte era stato destinato all'acquisto del bene. Il 70% lo aveva trattenuto la società. Per i quattro il pm Giovagnoni chiederà il rinvio a giudizio.