EX SOGESA, 34 FAMIGLIE A RISCHIO: "PER NOI NULLA E' STATO FATTO...FATTO TUTTO INVECE PER SALVARE IL CIRSU"
Mentre proseguono gli infiniti scontri in tribunale tra Cirsu S.p.A. e l’ex socio privato di Sogesa S.p.A. (A.I.A. Abruzzo Igiene Ambientale) , mentre si rincorrono sentenze, richieste di documenti, accuse da parte delle opposizioni comunali e presunti piani di rilancio del polo di Grasciano, definito strategico dalle istituzioni e dalla governance Cirsu, la RSU Sogesa torna a fare il punto sulla situazione occupazionale dei lavoratori ex Sogesa. La RSU lancia un preciso allarme: "A rischio il futuro di trentaquattro famiglie”.
A scriverlo sono le RSU Sogesa, ricordando la nota del Cirsu spedita in Prefettura a novembre 2013 in cui "si prospettava un piano di riassorbimento che avrebbe interessato ventisette lavoratori". Garanzie che, dicono le RSU Sogesa, evidentemente non sono bastate: "Infatti, nostro malgrado, la situazione reale mostra dati numerici oggettivamente diversi, essendo diciassette le unità lavorative impiegate presso il polo di Grasciano". E incalzano: "Non è normale che un’azienda pubblica non fornisca alcuna spiegazione sui mancati rientri. Purtroppo, la trasparenza è mancata anche sull’interessamento del Consorzio Rolando Innocenti di Tivoli (RM) che, riattivando l’impianto dei beni durevoli, avrebbe assicurato il riassorbimento di una ventina di lavoratori ex Sogesa". I rappresentanti sindacali denunciano "l’atteggiamento ostativo, da parte della dirigenza Cirsu, nei nostri confronti". Citano "il decreto di omologazione di accordo di ristrutturazione dei debiti presso il Tribunale di Teramo in cui, a chiare lettere, si parla di salvaguardia del livello occupazionale: sicché, in alcuni ambiti, se si tratta di fare l’interesse del Cirsu, conviene sollevare le problematiche dei lavoratori ex Sogesa, altrimenti, forse, è meglio strombazzare al grande pubblico che il mondo è cambiato o peggio che il mercato della “monnezza” ha subito profondi e sconvolgenti mutamenti". Le RSU si appellano "alla sensibilità di Sua Eccellenza il Prefetto di Teramo affinché gli impegni assunti dal Cirsu siano appieno attuati e perché vigili sulla questione inerente al Consorzio Innocenti. Ci dispiace sottolineare che le nostre proteste non sono servite a nulla, ma sono state strumentalizzate da tutti gli attori in causa".
Tra i rimproveri, quello rivolto alla Regione Abruzzo e alle Istituzioni locali ree, secondo le RSU, "di non aver saputo leggere il quadro drammatico costruito dal Cirsu e dall’attuale gestore che risponde al nome di C.S.A. (Consorzio Stabile Ambiente)". Spazio alle domande: "Ci voleva tanto a rispettare le regole del CCNL FISE? Quali sono stati i criteri di assunzione del personale ex Sogesa? Perché il piano presentato dal Presidente Di Matteo, firmato congiuntamente dai sindaci soci, è stato disatteso? A che punto sono le trattative con il Consorzio Innocenti? Si sta facendo il possibile per agevolare l’ingresso di tale investitore? Come mai il silenzio dei sindaci regna sovrano?".
E poi l'affondo: " Gli operai ex Sogesa sono invisibili; la loro storia è fatta di promesse non mantenute da parte di tutta la classe politica, da sinistra a destra, dalla Regione al comune più piccolo, dalle alchimie di taluni luminari e dalle ricostruzioni del semplice ragioniere. In realtà, nulla è stato fatto per i dipendenti ex Sogesa, viceversa, si sta tentando di tutto per salvare il Cirsu. In conclusione, auspichiamo che i vari attori in causa si siedano ad un tavolo per ridefinire le strategie aziendali, avendo a cuore in primis la dignità dei lavoratori ex Sogesa e non solo pensando alle criticità che riguardano la mala gestio politica".