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"Sono ludopatico...". Si sarebbe giustificato così, V.M., 64 anni, assistente amministrativo del Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione della Asl di Teramo, condannato dalla Corte dei Cionti a restituire alla Asl  39.600 euro. Soldi che l'impiegato avrebbe sottratto dalle casse della sanità teramana tra il 2006  e il 2012, attingendo alle somme versate per gli attestati per alimentaristi. Davanti alle contestazioni della magistratura contabile, l'imoiegato teamano non ha negato, anzi: ha ammesso di aver realmente prelevato denaro con una certa frequenza, ma ha anche prodotto un certificato medico che attesta il suo stato di ‘malato da gioco d’azzardo’, ovvero un ludopatico che avrebbe rubato nelle casse della sanità aprutina prroprio per avere poi la possibilità di investire nella sua dipendenza.Secondo i magistrati della Corte dei Conti, però, benché ludopatico, il 64enne non avrebbe dimostrato che la sua patologia era di «consistenza, intensità e gravità tali da renderlo incapace di intendere e di volere o, comunque, di autodeterminarsi al momento della consumazione degli illeciti». A denunciare l'ammanco e portare alla scoperta delle responsabilità del dipendente è stata  la direttrice del Dipartimento di Prevenzione – Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione - Maria Maddalena Marconi. Davanti alle contestazioni, l'uomo ha ammesso le proprie responsabilità di dichiarato di voler restituire la somma, ma non l'ha fatto, così  ma secondo il magistrato "il fatto che sia disposto a restituire le somme indebitamente sottratte si configura come un’ammissione di responsabilità in ordine alle contestazioni formulate, ma non è sufficiente a configurare a titolo definitivo la responsabilità del medesimo in ordine al pregiudizio arrecato all’Azienda sanitaria». A questo punto, inevitabile, è arrivata la condanna della Corte dei Conti, mentre continua il parallelo procedimento penale.