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Nuove sanzioni piombano sulla Ruzzo Reti. Sanzioni sempre a firma della Provincia di Teramo e che pesano ora per quasi 500mila euro. Il motivo è sempre lo stesso: sanzioni per avvenuto superamento dei limiti negli scarichi dei depuratori e nelle reti fognarie, in alcuni casi, e sanzioni per la mancanza di alcune autorizzazioni. Nel primo caso, viaggiano tra i 3mila e i 30mila euro; nel secondo, vanno dai 6mila ai 60mila euro. Chiaramente a seconda della tipologia di illecito riscontrato dalla Polizia Provinciale. Totale, circa mezzo milione di euro che costringe adesso la società acquedottistica a rivedere quell'accordo raggiunto con la Provincia nel 2013 dopo oltre 120 cause perse in Tribunale e oltre 600 verbali contestati: negli anni la Ruzzo, infatti, non ha riconosciuto il potere sanzionatorio e di notifica della Provincia ammettendo di fatto soltanto l'azione della Regione Abruzzo. E solo la Provincia di Teramo ha portato a casa la vittoria in giudizio, e non solo contro la Ruzzo Reti: anche contro l'Aca, per oltre 1 milione di euro. Ma le nuove sanzioni elevate contro via Nicola Dati impone una rivisitazione della rata mensile che la Provincia accordò nel 2013: in un primo momento, 60mila euro, già rivista al ribasso fino a 40mila euro su richiesta esplicita della Ruzzo che aveva difficoltà a onorare quella somma tutti i mesi. Con l'arrivo di queste nuove sanzioni, per quasi mezzo milione di euro, occorrerà capire come verrà rivalutata la rata. E nel caso dell'Aca la Provincia sta avendo degli incontri con l'amministratore per una bozza di accordo che ricalchi, per grandi linee e con le dovute differenze (legate alla situazione di concordato preventivo in cui versa la società acquedottistica pescarese), quello sottoscritto con la Ruzzo. Ma il problema non è solo economico per la Ruzzo. L'arrivo delle sanzioni conferma che, fino a quando la società non avrà seriamente investito nell'ammodernamento e adeguamento degli impianti di depurazione (in primis), difficilmente potrà vantare situazioni di regolarità alle normative che disciplinano il sistema sanzionatorio in capo alla Provincia. Fino a quando non si saranno messi a norma i depuratori, le sanzioni continueranno ad arrivare e la Ruzzo deve pagare. Se si pensa che il 91% dei depuratori in provincia di Teramo sono illegali, la situazione si conferma ancora più critica da gestire. Dati, quelli sui depuratori teramani, emersi dalla studio che il comando provinciale del Corpo Forestale di Teramo, in collaborazione con l’Arta, ha condotto sui 102 punti idrici del territorio. Le verifiche hanno interessato 58 impianti di depurazione locali e hanno evidenziato la presenza, nei campioni di analisi, di elementi di natura organica, incompatibili sotto il profilo dell’ecosostenibilità, in oltre il 91 per cento dei casi. Risultati che sono già finiti sul tavolo della Procura che stanno istruendo alcuni specifici approfondimenti investigativi da parte dell'autorità giudiziaria.   GUARDA IL SERVIZIO (CLICCA QUI) ruzzo forlini