Come uscire dalla crisi dell'edilizia e far decollare le ristrutturazioni anche in provincia di Teramo, lo spiega la Filca Cisl
L'edilizia nel nostro territorio è ormai divenuto un settore in estinzione; quello che era uno dei mestieri più antichi del mondo oggi vive una situazione al limite.
Il settore pubblico è crollato vertiginosamente del 70%, a causa delle ristrettezze del patto di stabilità, nato per creare un margine legale al malcostume dell'appalto pubblico e finito per strozzare ogni possibile sviluppo dell'edilizia pubblica. Non a caso le nostre strade sono un percorso ad ostacoli, le nostre colline delle lingue di fango degne di un dipinto di Van Gogh, i nostri fiumi erodono strade poggiate su terra anziché su solidi pali di cemento, le nostre scuole esplodono ed i loro soffitti crollano e le loro tubazioni si rompono allagando le aule.
E allora come sempre tocca al settore privato, che in passato ha toccato punte del 90% dell'edilizia teramana, invertire la tendenza attraverso l’utilizzo degli sgravi del 50% e del 65 % su ristrutturazioni e efficentamento energetico. I numeri di tale mercato in Italia sono esorbitanti: 27,5 miliardi di euro di spesa nel 2013 (+40% sul 2012) e 33 miliardi di investimenti agevolati da parte delle famiglie per il 2014, 150mila richieste di agevolazione fiscale nel 2012 e oltre 1 milione e 600mila nel 2013, sgravio complessivo di 14 miliardi nel 2013, benefici fiscali ai cittadini per 1,4 miliardi, introito Iva per le casse dello Stato di 2,6 miliardi di euro, oltre 10 milioni di richieste di sgravi presentate dall’entrata in vigore del dispositivo che il Cresme stima abbiano generato oltre 1 milione di posti di lavoro in edilizia.
Nella nostra provincia però l’edilizia delle ristrutturazioni segna il passo, a causa dal buco nero interstellare che ha colpito le tasche della popolazione facendo disperdere nella spazio più profondo i risparmi di una vita; eppure il nostro vetusto patrimonio immobiliare è composto da case vecchie di oltre 40 anni con classe energetica G, ma le banche non danno soldi per i lavori ed i proprietari non hanno da spendere e se ce l'hanno, lo risparmiano in vista di un presente ed un futuro molto incerti.
In questo contesto come Filca Cisl stiamo lavorando, insieme alle altre organizzazioni dei lavoratori e delle imprese edili, per rendere gli enti bilaterali più efficienti ed efficaci e più vicini alle imprese, ai lavoratori, ai consulenti del lavoro ed agli enti appaltanti. L'obbiettivo è quello di accorpare funzioni a livello regionale per garantire ai lavoratori ed alle imprese di tutto l'Abruzzo le stesse prestazioni, omogeneizzando paghe e costi.
Attraverso gli investimenti fatti nell'Ente Unico per la formazione e la sicurezza, la BLEN ed i RLST, gli enti bilaterali delle costruzioni della provincia di Teramo si apprestano ad essere l'unico riferimento qualificato per il settore in tema di formazione professionale, riqualificazione e sicurezza, prevenzione infortuni e consulenza sulla sicurezza per lavoratori ed imprese, governo del mercato del lavoro attraverso l'incontro fra domanda e offerta di lavoro in convenzione col centro per l'impiego.
Siamo pronti dunque a cogliere ogni opportunità di ripresa del settore, possibilità che ci verrà offerta nei prossimi mesi dalla ricostruzione post-terremoto nella provincia di Teramo, sia nei 9 comuni del cratere che nei 12 fuori cratere convenzionati con l'UTR di Montorio, che svilupperanno oltre 2000 cantieri di ricostruzione, senza considerare i Piani di Ricostruzione dei centri colpiti dal terremoto, veri e propri macro cantieri integrati.
Saremo felici se, alla stregua dell'impegno dei lavoratori e delle imprese, corrispondesse un adeguato impegno dello Stato nel concretizzare le dichiarazioni fatte nei mesi passati: 5 miliardi di € per gli edifici scolastici, 3,5 miliardi di € per prevenire il dissesto idrogeologico, allentamento del piano di stabilità eccetera eccetera.
Per ora promesse che impediscono all'unico settore anticiclico di permettere al nostro paese di uscire dalla crisi.