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autodromo Con il presente documento, Movimenti, associazioni e cittadini che si oppongono alla costruzione di un autodromo in località San Mauro di Montorio al Vomano, si uniscono in un unico “Comitato per il NO”, ed esprimono le ragioni della loro scelta, in vista del referendum consultivo del prossimo 14 giugno 2015, indetto dall'attuale amministrazione comunale. -Noi ci opponiamo ad una consultazione popolare, priva di qualsiasi riferimento di quorum minimo di validità ( cd. “quorum zero” ). La struttura del referendum consultivo comunale, elaborata dall'attuale amministrazione comunale, prevede l'assenza di qualsiasi quorum minimo di votanti, al fine di ritenere valida la consultazione. Tale struttura, infatti, lascia ampia discrezionalità all'amministrazione: l'attuale governo del paese potrebbe decidere di ritenere, sostanzialmente espressivo di una maggioranza valida, il referendum, a seconda delle proprie inclinazioni e necessità, relative al progetto autodromo. A tal fine, è stato chiesto, con lettera protocollata, all'attuale Sindaco di Montorio al Vomano, di indicare: Quale sarà l'affluenza minima di elettori, con riferimento alla consultazione popolare, da Loro indetta, entro la quale, l'amministrazione, riterrà il referendum sostanzialmente espressivo di una valida maggioranza. Qual è lo scarto minimo tra l'una e l'altra opzione ( SI – NO ) entro il quale l'amministrazione, riterrà la decisione, operata dal corpo elettorale, sostanzialmente vincolante, per le decisioni future dell'amministrazione stessa. Dalla risposta fornita dal Sindaco, in data 14.05.2015, il referendum assume i toni di una “farsa”, in danno di cittadini in buona fede e contribuenti ( data la somma destinata all'espletamento del referendum ): l'amministrazione comunale ribadisce che il referendum ha carattere consultivo per cui l'amministrazione stessa “fatte le opportune valutazioni, potrà decidere assumendosi in pieno la responsabilità politica delle proprie scelte”. A che pro, pertanto, indire una consultazione popolare, se l'amministrazione potrà decidere, sempre e comunque, assumendosi la responsabilità politica? L'amministrazione comunale, inoltre, specifica che “dovrà ritenersi politicamente vincolata dalla volontà prevalente manifestata dai votanti, a prescindere dal numero di elettori che si recheranno alle urne e a prescindere dallo scarto tra le due possibili opzioni”. In questo secondo passaggio, l'amministrazione prima smentisce se stessa affermando che si riterrà politicamente vincolata dal risultato referendario e, in secondo luogo, specifica che, molto antidemocraticamente, si terrà conto dei risultati della consultazione, a prescindere dal numero dei votanti ( potenzialmente, una sparuta minoranza, potrà decidere in nome di un'intera popolazione ). -Noi ci opponiamo all'enorme sacrificio ambientale e di consumo del suolo, chiesto al nostro territorio nella sua interezza, non correlato ad alcun vantaggio economico e occupazionale certo. La devastazione, in termini ambientali e di consumo del suolo, cui sarà vittima il territorio di Montorio al Vomano e frazioni, non è correlata da alcun ritorno economico certo e sorretto da dati oggettivi. Il piano economico, elaborato dalla Società e depositato in Comune, prevede: – 34 posti di lavoro, in luogo dei circa 600 prospettati dalla società promotrice del progetto. – Incassi calcolati sulla base di 250 ingressi al giorno ( dato opinabile, e di parte ) – Un bacino di utenza, complessivo, di circa 25.000.000 di abitanti ( quanti di questi, sono effettivamente appassionati di motori? ). La verità è che quello motoristico è, prima di tutto, un ambito di “nicchia” ( quanti, in tempi di crisi, possono permettersi una giornata di prove libere, a 600 € al giorno? ) e, soprattutto, un settore in crisi ( come comprovato dalle ultime tendenze, relative ai moto – autodromi nazionali ). Valori come quello ambientale e come quello relativo alla tutela della salute ( costituzionalmente garantiti ) non possono essere sacrificati sull'altare del mero e brutale interesse economico e, a maggior ragione, non possono essere immolati, in virtù del perseguimento di un progetto che rappresenta un “capriccio” di pochi e che rischia, fortemente, di rivelarsi un “flop”. -Noi ci opponiamo all'idea che San Mauro e i territori limitrofi vengano considerati una “modesta frazione” o una zona depressa e in via di abbandono Così, infatti, San Mauro viene, più o meno, descritta nella prima bozza di progetto, presentata dalla società Autodromo del Gran Sasso, all'amministrazione comunale. A San Mauro, al contrario: – sono presenti numerosi nuclei familiari ( circa 40 ), con ulteriori insediamenti, nel corso degli ultimi anni. – Sono presenti numerose aziende agricole di qualità – E' presente un'interessante area archeologica – E' presente una specie di pipistrello, tutelata da leggi nazionali ed Europee. L'idea, pertanto, che la zona di San Mauro possa essere, tranquillamente sacrificata, nasce dall'equivoco o dalla malafede di investitori che, cinicamente, non hanno alcun problema a “passare sopra” a famiglie e lavoratori, investitori che, nella foga di creare lavoro ( incerto ed improbabile ), non hanno alcun problema a distruggere il lavoro altrui ( lavoro certo ). -Noi ci opponiamo all'idea di affidare le sorti del nostro territorio ad una società che non offre alcuna garanzia, dal punto di vista economico Se il progetto Autodromo proseguirà, nel suo iter amministrativo, le sorti del nostro paese e di un intero territorio, in termini ambientali, verranno affidati ad una società che non offre alcuna garanzia, dal punto di vista della copertura economica – finanziaria, del progetto. In più di un'occasione, abbiamo ascoltato i vertici della società raccontarci di elucubrazioni assurde, necessarie al fine di reperire i fondi necessari ( 30 milioni di euro, secondo la società stessa ) al completamento dell'opera: si veda, ad esempio, la prospettazione di “recupero dell'IVA”, esposta in occasione dell'ultimo incontro pubblico, di qualche anno fa. La verità è che, allo stato attuale, si è lontani “anni luce”, dalla somma complessiva richiesta per la costruzione dell'autodromo e, pertanto, l'autodromo stesso, rischia di diventare l'ennesima “cattedrale nel deserto” che devasta il territorio, rimanendo poi incompiuta. Nello schema di convenzione predisposto tra società promotrice e amministrazione pubblica si parla, inoltre, di “ripristino dei luoghi”, in caso di mancato compimento del progetto. Nulla di più assurdo: una volta “violentato” un territorio, in maniera così incisiva, sarà impossibile riportarlo allo splendore di un tempo, soprattutto, se ci si aspetta tale ripristino da una “società a responsabilità limitata”, che è responsabile, per l'appunto, nei confronti di eventuali creditori ( anche pubblici ), nei limiti del proprio capitale sociale.