GAMBIA/NAVE ITALIANA ARRIVATA A DAKAR, FINISCE IL CALVARIO
E' arrivato nel porto di Dakar, in Senegal, il motopeschereccio Idra Q., partito ieri sera dal Gambia, dopo essere stato per tre mesi sotto sequestro. I membri dell'equipaggio hanno espresso "felicità" per la fine di un "calvario". A bordo anche il capitano Sandro De Simone, di Silvi (Teramo), che ha trascorso due settimane in carcere. Preoccupazione per il direttore di macchina, Massimo Liberati, ancora in stato di fermo in Gambia: giovedì è in calendario una nuova udienza.
L'imbarcazione, partita ieri sera dal porto di Banjul, ha navigato per tutta la notte e nel primo pomeriggio è approdata a Dakar. A bordo, tranne Liberati, c'è l'intero equipaggio, circa 25 persone. Oltre al comandante abruzzese c'è anche il nostromo Vincenzino Mora di Torano Nuovo (Teramo). La notizia del rilascio definitivo, ieri sera, è stata diffusa dalla Italfish di Martinsicuro, società armatrice, che ha spiegato come i loro rappresentanti sul posto abbiano lavorato attraverso le "vie legali" e "alzando la voce". La sentenza di dissequestro era stata emanata a fine aprile, ma le autorità locali fino a ieri non avrebbero riconsegnato i passaporti all'equipaggio. In Gambia, oltre all'armatore, c'è ancora il direttore di macchina, Massimo Liberati, tuttora in stato di fermo: a quanto appreso in sede di interrogatorio avrebbe detto che, in qualità di direttore, non era responsabile e tale atteggiamento non sarebbe piaciuto alle autorità. Per giovedì è prevista una nuova udienza, hanno fatto sapere dalla Italfish, auspicando che anche per lui la situazione si risolva nel migliore dei modi. L'odissea dell'Idra Q., imbarcazione iscritta a Mazara del Vallo (Trapani) e con una base operativa in Senegal, era iniziata a fine febbraio, quando il motopeschereccio, in navigazione al largo delle coste del Gambia, era stato posto sotto sequestro dalle autorità locali per la presunta violazione delle dimensioni delle maglie di una rete da pesca, "presente a bordo, ma non utilizzata" ha più volte spiegato l'armatore. Capitano e direttore di macchina sono finiti nel carcere di Banjul, in condizioni definite più volte "pessime": il primo ha trascorso due settimane in prigione, il secondo una. Ieri l'epilogo e la partenza dal Gambia.