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GATTI

rubrica saltuaria di satira

E’ durata ottanta giorni la rinuncia alla politica attiva di Paolo Gatti. Ottanta giorni, festivi compresi, da quel 26 giugno nel quale scrisse : «la politica non è più l'ideale che avevo negli anni '90, è molto cambiata, così come è grandemente mutata la nostra società. Non mi piace più, non mi piace lo scadimento culturale, l'arrivismo selvaggio, l'incompetenza dilagante, l'eccesso di scorrettezze personali prima ancora che politiche, e soprattutto l'ipocrisia che ha raggiunto livelli per me inaccettabili (soprattutto quando praticata da improbabili e smemorati moralizzatori), così come la violenza verbale alla quale siamo arrivati che mette a rischio la serena convivenza civile», annunciando di voler lasciare la politica attiva, senza però dimettersi dall’unica vera carica di politica attiva, ovvero quella di consigliere regionale (con annessa nomina a vicepresidente del Consiglio) che occupava.
Bene, evidentemente, in questi ottanta giorni, durante questa estate caldissima, il mondo è cambiato, perché Gatti oggi sceglie abruzzoweb per annunciare di essere pronto a tornare in campo. Che cos’è che ha annullato lo scadimento culturale, cancellato l'arrivismo selvaggio, l'incompetenza dilagante, l'eccesso di scorrettezze personali prima ancora che politiche, e soprattutto l'ipocrisia che ha raggiunto livelli per lui inaccettabili? E cosa ha spento la violenza verbale alla quale siamo arrivati che mette a rischio la serena convivenza civile?
La risposta è semplice: «La scelta di lasciare la politica attiva è stata molto meditata, annunciata a giugno ma presa mesi prima, indotta da un'assenza di stimoli, esauriti dopo essere stato per due volte il primo degli eletti, una volta assessore e poi vice presidente del Consiglio regionale. Ma la candidatura alla presidenza potrebbe essere un nuovo stimolo».
Eccolo dunque, il motivo vero: la candidatura alla Presidenza
Se c’è quella, la politica ha tutto un altro sapore
«Quando qualche settimana fa mi hanno chiesto la disponibilità ad essere sondaggiato, l'ho data» dice Gatti, che pure in teoria non avrebbe dovuto darla, essendosi ritirato, e aggiunge: «Mi sembrava una questione di rispetto nei confronti del partito e di una intera comunità, poi se ne vedrà l'esito e a quel punto vedremo quali decisioni prendere».
Dunque, il concetto è questo: lascio la politica perché ormai fa schifo e non ho stimoli, ma se mi candidano alla Presidenza ritrovo gli stimoli e la politica è bellissima.
Il giro del Gatti… in ottanta giorni