Com’era la canzone? Ah sì, faceva così: “fanno giri immensi e poi ritornano”… ci pensavo qualche minuto fa, sorridendo amaro davanti all’ennesima brutale vomitata politica di Teramo 3.0 sulla maggioranza che guida il Comune di Teramo.
Come se non bastassero…
I festeggiamenti per l’elezione del presidente della Provincia avverso alla coalizione cittadina;
L’appoggio al candidato presidente della Regione Marsilio, benché D’Alberto avesse appoggiato Legnini;
Le serate a festa per cercare voto per un candidato della Lega, ovvero Tony Di Gianvittorio;
L’infinita sequela di post contro sul Pd, che sarebbe in teoria un alleato nel governo della città;
…ecco arrivare la pennellata finale, peraltro già ampiamente annunciata sulle pagine di questo sito: la candidatura di Luzii in Provincia “contro” i candidati della maggioranza comunale.
Vabbè, dirà il mio accorto lettore: che notizia è?
Una provocazione in più o una in meno, che differenza fa?
E invece no, questa volta fa differenza.
Eccome.
Ed è proprio per questo che pensavo alla canzone, qualche riga fa, perché quello che hanno fatto questa volta le truppe di Christian Francia non è solo distruttivo, ma autodistruttivo.
Nel costante tentativo di ritagliarsi una nicchia di visibilità, infatti, Teramo 3.0 non si limita a sedere al tavolo del Centrodestra, ma lo fa in una lista… gattiana.
Come, gattiana?
Ma non è possibile - penserà il già evocato accorto lettore - ma se la Marroni e lo stesso Francia hanno costruito tutta la loro azione politica proprio contro il gattismo?
E adesso candidano Luzii nella lista presentata da Fracassa?
Sì, Giovanni Luzii, consigliere comunale della Lista Teramo 3.0, la stessa lista che vanta il vicesindaco dell’amministrazione D’Alberto, si candida alla Provincia nella lista presentata dal luogotenente gattiano Franco Fracassa.
Ancora sì, il consigliere comunale della lista che alle comunali annunciava (Francia dixit) di volersi battere per una “liberazione dalla cattività gatto-tancrediana”, adesso si candida nella lista di Gatti?.
L’avevo detto, no? “fanno giri immensi e poi ritornano”… sui loro passi, rimangiandosi anche le ragioni stesse dell’impegno. Certo, adesso diranno che loro sono civici e che, in quanto civici, pensano da civici e decidono civicamente da che parte stare. La teoria è nota: quello che vale in Comune, non vale in Provincia e non vale in Regione. Nel vocabolario politico teramotreista, alla voce “civico” si legge: uno che fa come gli pare e dice di avere sempre ragione.
La verità, però, secondo me è un’altra.
La verità è che non c’è niente di casuale, anzi.
La verità è che Teramo 3.0 ha bisogno di farsi cacciare dalla Giunta D’Alberto. E ha bisogno che accada presto, anzi: subito. Prima che qualcuno, tirando le somme del primo anno, si accorga che di tutte le promesse fatte e gli impegni assunti, non è stato fatto nulla.
Teramo 3.0 ha bisogno di una cacciata, per inseguire una diversità che gli consenta di spacciare per martirio politico la palese inefficacia della sua azione.
A meno che, ovviamente, non si considerino risultati le fotografie della Marroni che impasta a scuola, o che visita la scuola, o che sorride con le insegnanti o che ci racconta di quanto è stato bello andare a Roma a rappresentare Teramo.
Come fin troppo spesso accade, l’essere contro sbandierando proprie capacità, vizio politico molto italico, si è scontrato con l’esigenza di dimostrarle quelle capacità.
Fin quando c’era da urlare, gridare, insultare e attaccare, Teramo 3.0, ha saputo giocare la sua partita, ma quando è venuto il momento del fare…
Del resto, qualcuno sa dire che cosa abbia fatto Melozzi in un anno? Sì, Melozzi, quello che occupò l’ex Oviesse teorizzando la necessità di una rinascita culturale… dov’è stato in questi primi nove mesi di amministrazione partecipata da Teramo 3.0? A parte, ovviamente, l’evento “storico” dei non-cento cellos, sul quale ci siamo ampiamente espressi.
E tutti i soldi che Luzii aveva promesso di portare dall’Europa? Dove sono?
E tutte le belle proposte della Marroni in campagna elettorale, tra le quali gli indimenticabili “festival delle virtù” e “festival della filosofia”? Dove sono?
Eppoi, Teramo 3.0 ha anche bisogno di “scrollarsi” di dosso il fardello del centrosinistra teramano, visto che Luzii, dopo aver sponsorizzato Di Gianvittorio alla Regione, ambisce ad un ruolo nel governo della Provincia, al fianco del presidente Di Bonaventura… che del vicesindaco notareschino Di Gianvittorio era Sindaco…
Come dire…consigliere di maggioranza di Centrosinistra al Comune e “assessore” di Centrodestra in Provincia, è troppo anche per il civismo “francese”
Non sarebbe giusto, però, frustrare una così sana aspirazione alla cacciata.
Sindaco D’Alberto… faccia il Sindaco.
Non è la prima volta che le si offre l’occasione di liberare la sua amministrazione dalla presenza inutilmente corrosiva di chi punta a distruggere e non a costruire, a dividere e non ad unire.
Riaffermi, Sindaco, la logica delle maggioranze, il senso della squadra, il cardine di una condivisione non strumentale e il valore del civismo costruito sulla coerenza e ponga fine a questa dolorosa agonia politica.
Insomma, tiri fuori le palle.
Abbiamo malsopportato l’abbaiare scomposto, ci risparmi il miagolìo…