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obelixmarroni

 

 

“Il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica è di essere governata da persone peggiori di loro.”  Platone

 

La sapeva lunga, Platone.

La storia ci ha tramandato il suo pensiero, ci ha lasciato le tracce indelebili del suo guardarci, ma non, purtroppo, il dettaglio del momento preciso nel quale ha affidato all’eternità quelle sue riflessioni.

Così, non so quando abbia commentato la realtà con la frase che ho rubato, per farne una citazione in apertura di questo mio piccolo scritto.
Mi piace, però, pensare che l’abbia detta commentando un’assemblea.
Una di quelle piene di persone “che si interessano di politica”.
Una di quelle dove si decidono le sorti del popolo.
Una, come la prima del nuovo Consiglio Regionale d’Abruzzo.
Perché è stato proprio lì, tra quelle cromature dorate, tra quei legni tirati a lucido, tra quegli stucchi che sanno di fresco, che ho pensato a Platone.
E alla brava gente che non si interessa di politica.
E ai peggiori che la governano.
Il pensiero del filosofo greco, al quale dobbiamo più di qualche tratto d’elica del nostro dna culturale, m’è venuto quando ho sentito una storia.
Una storia brutta.
Una storia che fa male alla politica.
E preoccupa.
Ve la racconto, spero perdoniate l’ardire, con la formula platonica del dialogo.

Lo intitolerò: il Selfico.
Personaggi: Mariano (eletto dal popolo nella fazione perdente) e Antonio (eletto dal popolo nella fazione vincente)
Scena: Consiglio Regionale di una Regione dell’Italia Centrale. Una a caso…

 

Antonio: «Mi fate una foto mentre guardo il Presidente? E poi una mentre faccio finta di leggere? E poi una mentre entro? E una seduto? Poi i selfie me li faccio da solo…»

Mariano: «Piano con queste foto, che siamo solo al primo giorno»

Antonio: «Collega consigliere, proprio con te volevo parlare»

Mariano: «Dimmi, ti ascolto…»

Antonio: «Devi chiedere al tuo amico Sindaco di non cacciare la Marroni…»

Mariano: «Veramente, io ho consigliato il contrario…»

Antonio: «Se la mandano via, io chiudo i rubinetti a Teramo…»

 

Questo piccolo dialogo, davvero minuscolo, e tutto ovviamente… inventato, è la dimostrazione dell’evidente tsunami che si sta per abbattere sulla nostra civiltà. Se, davvero, qualcuno pensa di poter intendere la Politica come un gioco i ricatti e di volgarità sparse a piene mani, arrivando a minacciare l’isolamento di una città (sul quale peraltro non avrebbe alcuna possibilità di influire), allora siamo tutti in pericolo.
E non per quello che potrebbe farci..con o senza rubinetti…ma perché rende attualissima la frase di Platone… dimostrando che, 2500 anni dopo, i peggiori restano sempre peggiori.