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Certagente - rubrica saltuaria di satira mattutina         L’ELVETICO Erroneamente attribuita a Rubens, l’opera intitolata “L’Elvetico” sarebbe in realtà di diversa mano, per la precisione di quella di Jan Silvus Berluschen (Arcore 1685 - Milanello 1852), che avrebbe dedicato questo ritratto ad un personaggio molto popolare all’epoca del quale, però, il vero nome si perde nella nebbia dei secoli. Il tramandato “L’Elvetico” è, infatti chiara attribuzione di una provenienza geografica, che ritroviamo anche in uno scritto coevo, il libello boccaccesco “Er potere e li cazzi nostri” stampato a Roma nel 1732, vero compendio di sapide pasquinate: “Come Elvetico se presenta è uno tanto strano ride tanto e tanto canta ma nun parla l’Italiano” Di lui si sa pochissimo: sembra fosse partito dalle lande estremi del Regno di Napoli in cerca di fortuna, verso i Cantoni d’oltralpe, per poi tornare all’improvviso come delegato dei fuoriusciti e sedere a Palazzo. Avendo letto un solo libro, il “Milione” di Marco Polo, perché molto attratto dal titolo, si incamminò più volte lungo la via della seta, raccontando al ritorno storie di Mandarini e Visir, alle quali tutti fingevano di credere.