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Womanos*La “womanosphere”: quando il tradizionalismo diventa trend.*
Di recente, mi sono imbattuta in un approfondimento pubblicato da Facta News intitolato “ _Viaggio nella womanosphere, tra le influencer antifemministe che bramano una società patriarcale_ ” (1). L’articolo indaga l’ascesa di una nuova corrente mediatica statunitense, tutta al femminile, che propone una contro-narrazione rispetto al femminismo contemporaneo.
Questa corrente viene identificata con il termine “ _*womanosphere*_ ”, un ecosistema di contenuti digitali in cui influencer, attiviste e magazine promuovono una visione conservatrice della femminilità. Un fenomeno apparentemente marginale, ma con numeri e seguito tali da meritare un’analisi più approfondita.
*Che cos’è la “womanosphere”?*
Con il termine “womanosphere” si intende un insieme coordinato – e sempre più strutturato – di piattaforme digitali, canali social e influencer femminili che propongono una visione della donna basata su valori tradizionali: centralità della famiglia, maternità, religiosità, benessere fisico e spirituale, rifiuto dell’autodeterminazione come paradigma fondante dell’identità femminile.
L’obiettivo dichiarato di questa rete non è, quindi, soltanto quello di “restituire dignità” ai ruoli domestici e familiari, ma anche di decostruire criticamente i presunti dogmi del femminismo progressista, accusato di aver prodotto alienazione, solitudine e disillusione tra le donne più giovani.
*Le protagoniste e le piattaforme: chi anima questo universo?*
Secondo la ricostruzione non solo di Facta News, ma anche del The Guardian (2-3) la womanosphere è animata da una varietà di figure mediatiche (tra le pù influenti Brett Cooper, Candace Owens e Riley Gaines) affiancate da magazine come Evie e The Conservateur, che offrono rubriche di bellezza, moda e salute, filtrate attraverso una visione dichiaratamente anti-femminista e tradizionalista.
*I valori centrali: ruoli di genere essenzialisti e anti-progressismo culturale*
I contenuti prodotti dalla womanosphere si fondano su alcuni pilastri valoriali ricorrenti, quali l’esaltazione della maternità e del matrimonio eterosessuale come forma di realizzazione primaria; la critica alla cultura femminista, ritenuta responsabile di una diffusa infelicità femminile e del declino della famiglia tradizionale; la difesa dei ruoli biologici e dell’identità “naturale” della donna, con forte opposizione all’autodeterminazione di genere e la rivalutazione della “vita domestica” come spazio di potere femminile, specie in opposizione ai modelli di carriera o di empowerment economico.
Questa visione non si presenta in modo reazionario o esplicitamente nostalgico: l’estetica è moderna, social-oriented, patinata, e si rivolge in particolare a donne giovani e istruite.
*Il ruolo dei social media: viralità, algoritmi e radicalizzazione soft*
Il successo della womanosphere è strettamente legato alla capacità di sfruttare le dinamiche degli algoritmi sociali, soprattutto su piattaforme come Instagram, TikTok e YouTube. I contenuti sono brevi, polarizzanti, visivamente accattivanti: elementi che aumentano l’engagement e favoriscono la diffusione virale.
La narrazione conservatrice viene confezionata non con toni violenti o esplicitamente ostili, ma con una retorica empatica e personalizzata, che crea un forte senso di comunità e appartenenza.
Un aspetto particolarmente interessante — e a tratti paradossale — del fenomeno della womanosphere è che molte delle sue protagoniste fanno largo uso dei social media e delle logiche dell’economia digitale per costruire la propria visibilità e monetizzare i propri contenuti. Pur proponendo un modello di femminilità tradizionale, legato alla sfera domestica e alla subordinazione del ruolo pubblico a quello familiare, queste donne sono spesso imprenditrici digitali a tutti gli effetti.
Se il messaggio della womanosphere è che la felicità femminile passa dal ritiro dallo spazio pubblico e dalla rinuncia alle ambizioni personali in favore della famiglia, com’è possibile che le sue stesse promotrici incarnino il modello opposto — visibilità, successo economico, libertà di parola — tipico proprio del protagonismo femminile che il femminismo ha contribuito a rendere possibile?
*Donne anti-femministe ma influencer di successo: c’è qualcosa che non quadra!*
Si tratta di una contraddizione strutturale difficilmente ignorabile, che lascia intravedere un elemento performativo ed opportunistico dietro la narrazione proposta: mentre predicano il ritorno a ruoli tradizionali, vivono e prosperano in un contesto creato e reso accessibile dalle battaglie femministe.
Una dinamica che merita attenzione critica, soprattutto in un’epoca in cui l'autenticità è spesso sacrificata in nome dell'engagement.
**Womanosphere e manosphere*
In molti vedono nella womanosphere una versione speculare e “soft” della *manosphere* , lo spazio online dominato da un insieme eterogeneo di comunità composte prevalentemente da uomini che discutono e promuovono ideologie incentrate sulla mascolinità, spesso in opposizione al femminismo e all’uguaglianza di genere, operando da incubatore di radicalizzazione, soprattutto tra i giovani.
Gli algoritmi delle piattaforme social — YouTube, TikTok, Reddit — non fanno che amplificare questi contenuti grazie alla loro capacità di generare engagement emotivo e divisione, veicolando una ideologia identitaria che vede il femminismo, la diversità di genere e le politiche progressiste come una minaccia alla “vera” mascolinità.
Entrambi i fenomeni condividono, perciò, la tendenza a proporre modelli identitari rigidi e binari, contrapporsi attivamente alla cultura dell’inclusione e della fluidità di genere e sfruttare disagi reali (economici, relazionali, esistenziali) per costruire una narrazione ideologica e polarizzante.
*Conclusioni*
La womanosphere non è un semplice trend virale, ma un indicatore significativo della crisi di rappresentazione e di identità che attraversa una parte del mondo femminile contemporaneo. In essa si concentrano tensioni culturali, fragilità sociali e nuove strategie di comunicazione politica.
In un contesto mondiale segnato da incertezze e trasformazioni rapide, monitorare l’evoluzione di questi modelli è fondamentale, non solo per comprenderne la portata, ma anche per evitare che risposte semplificatrici sostituiscano il dibattito complesso e plurale di cui le donne – e la società tutta – hanno bisogno.

(1) https://www.facta.news/articoli/womanosphere-influencer-antifemministe
(2) https://www.theguardian.com/us-news/2025/apr/24/womanosphere-conservative-women
(3) https://www.theguardian.com/commentisfree/2025/apr/30/womanosphere-femosphere-cultural-assault-on-women-ntwnfb