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Salvatore Parolisi ha lasciato il carcere di Castrogno. Il caporalmaggiore è stato trasferito da Teramo al carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, proprio nei giorni in cui si apprendono le motivazioni della sentenza che lo ha condannato a 20 anni di reclusione, reo, secondo i giudici, di aver ucciso la moglie Melania Rea nel bosco della Casermette a Ripe di Civitella. «Parolisi ha ucciso con violenza non comune”, questo uno dei passaggi chiave della condanna. Secondo i giudici, il caporlmaggiore dell'esercito trasformò una passeggiata pomeridiana con la famiglia, la moglie Melania e la figlioletta Vittoria, in un drammatico sfogo di violenza culminata con ben 35 coltellate contro una donna indifesa, per giunta in stato di minorazione. Quei colpi esprimono una volontà distruttiva non comune». Lo si legge nelle motivazioni della sentenza con cui la corte di assise di appello di Perugia ha condannato Parolisi a 20 anni con giudizio abbreviato. Dal giorno del delitto sono trascorsi quattro anni e tre mesi. Era il 18 aprile del 2011. I giudici non hanno riconosciuti le attenuanti richieste dagli avvocati di Parolisi, Nicodemo Gentile e Federica Benguardato. Dopo l'ergastolo del primo grado, per Parolisi la condanna in Appello scende a 30 anni. La Cassazione, eliminando l’aggravante della crudeltà, inviò gli atti a Perugia per la rideterminazione della pena. Condanna scesa a 20 anni e contro la quale i legali del caporalmaggiore stanno valutando di ricorrere per Cassazione.   parolisi_h_partb