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Atri non si arrende e va avanti sulla propria strada per salvare il punto nascita "che ha i numeri a partire dai numeri di parti per rimanere aperto". Così il sindaco, Gabriele Astolfi, dopo l'ufficializzazione della data di chiusura fissata al primo novembre sancita dalla riunione del tavolo nazionale sul piano di rientro di ieri a Roma. Continuano la protesta e l'opposizione al Tar. "Il Comune e il comitato 'il San Liberato non si tocca' continuano la protesta - spiega il sindaco Astolfi - saremo al consiglio regionale del 28 luglio prossimo e il giorno dopo ci faremo sentire alla riunione del comitato ristretto dei sindaci nella quale è annunciata la presenza dell'assessore Paolucci". Ma sindaco e comitato guardano all'udienza del Tar, al quale si sono rivolti per impugnare il provvedimento di chiusura, dell'8 settembre prossimo: in quella data è stata aggiornata l' udienza del 15 luglio scorso "quando il tribunale non ha bocciato la sospensiva - spiega il primo cittadino - capendo che ci sono i numeri, rinviando la decisione ad un confronto con la asl che dovrà dimostrare se ci sono le condizioni di sicurezza". "A nostro avviso non ci sono le adeguate misure di sicurezza - continua il sindaco - perché finora nulla è stato fatto ed è impossibile fare i lavori per il primo novembre, quindi restiamo fiduciosi". Il Comune ha impugnato davanti al Tar sia il decreto commissariale di febbraio con cui il commissario e presidente D'Alfonso ha fissato la chiusura dei quattro punti nascita di Atri, Ortona, Penne e Sulmona e la delibera della Asl di Teramo con cui si ordina la chiusura per il primo novembre prossimo. paolucci