ASL DI TERAMO / CENTRO PROCREAZIONE ASSISTITA, TUTTI ASSOLTI: IL FATTO NON E' PREVISTO COME REATO DALLA LEGGE
Tutti assolti perchè "il fatto non è previsto dalla legge come reato". Si è chiuso nel pomeriggio il processo per il centro di fecondazione assistita dell'ospedale Mazzini di Teramo che, secondo l’accusa, sarebbe stato aperto senza autorizzazione. Nessun colpevole, il giudice Enrico Pompei ha emesso la sentenza di primo grado e ha assolto dalla presunta violazione al testo unico delle leggi sanitarie, gli imputati: l'ex direttore generale della Asl di Teramo, Giustino Varrassi (rappresentato dall'avvocato Pisani); l’ex direttore sanitario dell’Asl Camillo Antelli (difeso dall'avvocato Catenacci); il direttore dei presidi ospedalieri Gabriella Palmeri (rappresentata dall'avvocato Di Sabatino); il direttore del dipartimento materno infantile Goffredo Magnanimi (difeso dall'avvocato Nisii). Per loro la procura aveva chiesto la condanna ad un mese. Assolto poi il dottor Francesco Ciarrocchi (difeso dall'avvocato Iadecola), l’ex responsabile dell'unità operativa semplice dipartimentale di fisiopatologia della riproduzione, per il quale la procura aveva chiesto invece la condanna ad un anno, un mese e 5mila euro di multa. Oltre che di violazioni del testo unico delle leggi sanitarie, il dottor Ciarrocchi era accusato anche della violazione del decreto legislativo 191 del 2007 che disciplina le norme relative alla qualità e sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani. Secondo le indagini della procura di Teramo (titolari dell'inchiesta erano i sostituti Davide Rosati e Irene Scordamaglia) il centro per la procreazione medicalmente assistita della Asl di Teramo sarebbe stato attivato senza che la struttura fosse in possesso delle relative autorizzazioni. Un'assenza di autorizzazione che avrebbe portato il centro ad operare in maniera illegittima per 8 mesi durante i quali furono erogate 738 prestazioni. In quegli otto mesi il ginecologo Francesco Ciarrocchi avrebbe «prelevato, lavorato e distribuito cellule destinate all'applicazione nell'uomo senza le relative autorizzazioni». A distanza di tre anni dall'avvio dell'inchiesta, condotta dal Nucleo investigativo dei carabinieri, dai Nas e dalla Guardia di Finanza, è arrivata la sentenza di primo grado con cui il Tribunale di Teramo assolve tutti gli imputati. Sul caso del centro di fecondazione si era espressa, un anno fa, anche la Cassazione annullando con rinvio il provvedimento con cui, nel novembre 2012, il tribunale del Riesame aveva dissequestrato il centro.