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Niente da fare per l'imbarcazione incendiatasi e finita a picchio al largo di Tortoreto nel drammatico pomeriggio del 18 luglio scorso. Dopo meno di due settimane di attesa, ieri erano iniziate le operazioni di recupero del relitto a cura dell'armatore straniero del Larissa. Ma, durante il sollevamento quel che resta dello yacht, affondato 11 giorni fa, si è spezzato. Tutto si complica dunque e slitta ad oggi il recupero in porto anche per consentire ai consulenti della procura, che sull'episodio ha aperto un'inchiesta coordinata dal pm Andrea De Feis, di effettuare la perizia utile a capire cosa sia accaduto e perchè il motore abbia preso fuoco quel pomeriggio. Le operazioni di recupero sono a cura della ditta Mari Ter di Ortone e sono coordinate dagli uomini dell’ufficio circondariale marittimo diretti dal comandante, il tenente di vascello Sandro Pezzuto. Per ora il relitto resta ad una profondità di circa sette metri a poco meno di due miglia dalla costa di Tortoreto. Recuperare l'imbarcazione costa circa 40mila euro: somma che tirerà fuori l'armatore, chiamato per legge al ripristino dello status quo ante in mare prima dell'incidente. Quel pomeriggio del 18 luglio, sotto gli occhi di centinaia di turisti e bagnanti, l'imbarcazione con a bordo otto persone, inclusi armatore e comandante, prese fuoco. Tutti si salvarono grazie al provvedenziale transito, nei pressi, di un banana boat dello staff del lido Antares di Tortoreto che portò a riva gli 8 naufraghi, tra cui tre donne e due adolescenti. Una volte ricoverato nel cantiere del porto di Giulianova, sul relitto del "Larissa" partiranno le perizie tecniche per ricostruire cosa sia accaduto e soprattutto verificare le versioni rese da armatore e comandante durante gli interrogatori in Capitaneria. dall'alto barca a fuoco