ZOOPROFILATTICO, NUOVO DIRETTORE UN PROF DI UNITE? LA UIL: "CHE SUCCEDE?"
"A fronte di un accordo destinato a potenziare la massa critica dei due Enti attraverso una collaborazione tecnico-scientifica, e finalizzato a incrementare la possibilità di produzione e possibilmente di aggiudicazione di progetti, si assiste oggi ad un cambio di rotta monolaterale, che prospetta cambiamenti anche strutturali nell’assetto degli Enti interessati", tradotto Istituto Zooprofilattico ed Università di Teramo. Lo sostiene, in una nota, il segretario provinciale della Uil, Alfiero Di Giammartino, intervenendo sul processo di rinnovamento della governance dell'Istituto. E scrive: "Certamente singolare appare l’assunto ricorrente che vede il nome di un professore universitario dell’Ateneo teramano costantemente individuato quale prossimo Direttore Generale dell’Istituto. Negli ambienti accademici questa convinzione ha superato lo stato d’ipotesi per assurgere a quello di certezza. La stessa convinzione si avverte negli ambienti della Regione direttamente interessati alla conclusione della procedura di selezione del nuovo Direttore Generale di IZS. Nell’ambito di un processo di collaborazione fra i due enti, basato su un rapporto di fiducia, uno dei due irrompe con proposte destinate a cambiarne radicalmente l’assetto, senza condividerle o quanto meno illustrarle alla Governance dell’ente partner". E ancora: "Con uno sgarbo istituzionale degno di nota, l’Università scrive le regole per la selezione della massima carica dirigenziale dell’Istituto, guarda caso dando risalto a requisiti normalmente in capo a coloro i quali possono vantare un curriculum accademico. Sarebbe come se i requisiti per l’accesso alla carica di Rettore dell’Università di Teramo venissero individuati dal Direttore Generale della ASL", denuncia Di Giammartino. Ma che succede? si chiede il segretario della Uil: "Sarebbe il caso che l’attuale Direttore dell’Istituto, pur se responsabile di un ritardo che ha dell’incredibile, si riappropriasse delle sue prerogative e mettesse in campo azioni tese a salvaguardare l’autonomia dell’Ente, a valorizzare la sua classe dirigente, ed a contrastare con ogni mezzo l’assalto alla diligenza, favorito dall’attuale momento di profonda incertezza. Lo stesso è lecito attendersi dal Presidente D’Alfonso, per quanto riguarda la garanzia del rispetto delle regole, la peculiarità dell’Istituto e la valorizzazione della sue risorse umane". Conclude Di Giammartino: "Questo non è il momento di risolvere i problemi di qualcuno, a scapito di altri. Bisognerebbe invece individuare per ciascun Ente un percorso di miglioramento e sviluppo, nel rispetto delle singole autonomie e prerogative. Altrimenti il principio della coperta troppo corta prenderà di nuovo il sopravvento, con il grande rischio di non riuscire a risolvere i problemi di nessuno".