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In una sera di fine estate, la più brutta della storia per la città di Teramo, sportivamente parlando, tifosi, simpatizzanti, membri della dirigenza, amministratori comunali ed ultras, hanno affollato la sala consiliare del comune di Teramo. Obiettivo, far fronte comune e provare in qualche modo a far sentire la propria voce ai vertici del calcio che conta, e tentare di riconquistare quella serie B tanto sognata, rincorsa, tanto festeggiata e adesso soltanto sperata. Numerose sono state le voci che si sono alternate, interventi accorati, a volte sopra le righe, pur di riuscire a  tenersi stretto questo traguardo che al momento è solo una “Y” su un calendario che si stava sorteggiando proprio in quelle ore. C’è chi ha proposto manifestazioni in piazza, chi di andare a Roma e far sentire la voce di Teramo e del Teramo al processo di appello, chi addirittura di rinviare l’importante Consiglio comunale sulla gara del dopo Te.Am. per permettere anche ai rappresentanti dei cittadini di essere presenti fuori all’NH Hotel dove si decideranno le sorti di una squadra e di una città intera. E poi, ci sono loro, gli ultras, i ragazzi di Teramo Zezza e dei Sedici Gradoni, quelli che nella prima uscita stagionale del diavolo a Rivisondoli avevano esposto l’emblematico striscione “Aspettando la verità, chi ha sbagliato pagherà”. Ieri per la prima volta si sono espressi su questa brutta vicenda che di sportivo ha davvero poco e hanno preso le distanze da tutto il resto della tifoseria e della città, ma anche della società, perché, forse, a detta loro, se tutto fosse stato limpido e onesto allora adesso staremmo festeggiando la “B” e bacchettando anche la politica, rea, secondo loro, di essersi interessata delle vicende del Teramo soltanto quando quello che è sempre sembrato un miraggio, stava concretizzandosi grazie alla favola creata da mister Vivarini. Ricordano come soltanto qualche anno fa il Teramo giocava a Ponte Vomano, Sant’Egidio e nei campetti polverosi della provincia teramana e a sostenere la squadra c’erano solo e soltanto loro, e già allora, erano loro che denunciavano il calcio dei soldi, delle scommesse e delle pay tv. Hanno fatto notare che mentre a Teramo non si faceva che parlare di Palazzi e dei Palazzi, anche a Perugia qualche giorno fa, c’erano soltanto loro, ad incitare quei giocatori,  che lo scorso campionato hanno fatto emozionare una città intera, e che soprattutto hanno onorato quella maglia che ogni domenica li ha fatti viaggiare in giro per gli stadi. Anche loro attendono, in silenzio però, urlando soltanto “IL TERAMO SIAMO NOI”, l’esito dell’appello, ma forse, il campionato, gli ultras, l’hanno vinto sul campo, anzi, su quei sedici gradoni. Perchè, in fondo, è vero: solo gli ultras non retrocedono mai. GUARDA IL SERVIZIO (clicca qui)     11891255_10205984364841649_7175207646198254931_n