VIDEO / CHIESA SANT'ANTONIO, L'INCENDIO E' DOLOSO. UN DISPETTO CONTRO DON PAOLO?
Don Paolo Di Mattia non vuole parlare, il giorno dopo l'incendio che ha distrutto la tela del '600 raffigurante la Madonna Addolorata. La Chiesa di Sant'Antonio è un via vai di fedeli ma anche curiosi che provano a spiegarsi un episodio su cui prova a fare luce l'indagine della Digos e della Polizia. Sono stati acquisiti i filmati della telecamera della sede della Fondazione Tercas che, se pur distante dalla chiesa, potrebbe aver catturato qualche movimento particolare. Di chi potrebbe aver agito ieri pomeriggio, tra le 16.15, quando la perpetua, la signora Splendora Ginestra, ha aperto la chiesa e si è assentata per andare a alla farmacia Lucangeli, e il suo rientro, alle 16.35. In un quarto d'ora tutto il disastro. Ecco cosa resta del crocifisso, del quadro antico e della sedia su cui l'aveva posizionato la perpetua, dopo aver ammantato tutto con un panno acrilico rosso andato distrutto.Tanti si chiedono chi possa essere stato. Solo stamattina, infatti, dopo il sopralluogo di due funzionari dei Vigili del Fuoco, è arrivata la certezza che non si è trattato di un corto circuito. L'impianto elettrico funziona regolarmente. Per la Digos, in attesa del responso delle analisi sui resti del drappo, l'ipotesi adesso più accreditata è quella della responsabilità umana, ma se sia da considerarsi un'azione colposa o dolosa, è presto per dirlo. Un dispetto? Un atto vandalico? Uno sfregio magari all'indirizzo del parroco che si trova a ricevere diversi tossici che chiedono soldi per acquistare la droga. Ogni ipotesi è aperta. E' escluso che a provocare le fiamme siano stati corto circuiti o fiamme libere, ad esempio, di lumini votivi perchè nei pressi non ce n'erano. Due ceri sono ridotti così. L'ipotesi di un'azione esterna è sostenuta anche dal fatto che a prendere fuoco sia stato anche il bordo della tovaglia che stava sull'altare. E intanto don Paolo, amareggiatissimo, si chiude nel silenzio...
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