Dopo Campli, la protesta dei profughi passa per Rocca Santa Maria. E' finito solo nel pomeriggio il tira e molla, non scevro di tensione, tra forze dell'ordine, operatori e migranti. Questi ultimi, destinati alla struttura di Faiete, ad un km di distanza dal centro di Rocca Santa Maria e gestita dalla cooperativa Solaris di Carpi (Modena). Qui sono già ospitati, da circa venti giorni, 13 migranti. Stamattina ne sono arrivati altri 6, tutti nigeriani. Ma questi si sono rifiutati di entrare nella struttura, lamentando la presunta assenza di servizi e pretendendo un bus navetta per e da Teramo, visto la lontananza della struttura dal capoluogo. I profughi, provenienti dal centro Cara di Mineo nell’ambito del programma di accoglienza dei richiedenti asilo, hanno rifiutato di entrarvi. I profughi hanno detto di non gradire la sistemazione, secondo loro non dotata di comfort come ad esempio nella struttura siciliana e soprattutto logisticamente distante dai centri abitati più organizzati. Dopo un lungo confronto con le forze di Polizia (era sul posto il responsabile dell'Ufficio Immigrazione della Questura, il dottor Petitti) e i carabinieri, quasi tutti sono entrati nella struttura tranne 4. Essendo nelle condizioni del "richiedente asilo", a loro è stata prospettata la libertà di non entrare e dunque di dover provvedere in autonomia. Si sono però decisi a farsi portare a Teramo, in Questura, per le operazioni di identificazione, solo a bordo di un mezzo in dotazione alla struttura di Faiete: stranamente, un'ambulanza (aspetto che sarà approfondito parallelamente dagli organi competenti). I 4, dopo un paio d'ore in Questura, hanno deciso di farsi accompagnare nella struttura nei boschi dei Monti della Laga.
[caption id="attachment_26730" align="aligncenter" width="300"] 20/02/2015 Treviso. Delegazione profughi in Prefettura.
© Paolo Balanza - Delegazione profughi in Prefettura. - fotografo: Paolo Balanza[/caption]